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Papa Francesco alle Scuole per la pace: “Pensate ai bambini ucraini e a quelli di Gaza”

Bergoglio: "La pace non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra se c'è cultura dello scarto"

(Foto Vatican Media/SIR)

“Le sfide odierne, e soprattutto i rischi che, come nubi oscure, si addensano su di noi minacciando il nostro futuro, sono anch’essi diventati globali”. È l’analisi del Papa, nel discorso rivolto ai seimila fra alunni e insegnanti della rete nazionale delle “Scuole per la pace”, ricevute oggi in udienza in Aula Paolo VI, poche ore dopo la risposta di Tel Aviv all’Iran con missili e droni israeliani che hanno colpito una base militare sita nei pressi di Isfahan, in ritorsione all’attacco di sabato scorso.

La pace non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra - ha aggiunto Bergoglio -. È un clima di benevolenza, di fiducia e di amore che può maturare in una società fondata su relazioni di cura, in cui l’individualismo, la distrazione e l’indifferenza cedono il passo alla capacità di prestare attenzione all’altro, di ascoltarlo nei suoi bisogni fondamentali, di curare le sue ferite, di essere per lui o lei strumenti di compassione e di guarigione”.

“In una società ancora prigioniera della cultura dello scarto - lo sprone di Bergoglio - vi chiedo di essere protagonisti di inclusione; in un mondo attraversato da crisi globali, vi chiedo di essere costruttori di futuro, perché la nostra casa comune diventi luogo di fraternità, di solidarietà e di pace. Vi auguro di essere sempre appassionati di questo sogno!”. Poi il Papa ha preso in prestito il motto di don Lorenzo Milani, che “al "non mi importa", tipico dell’indifferenza menefreghista, opponeva l'I care, cioè il "mi sta a cuore", "mi interessa". Che anche a voi stia sempre a cuore la sorte del nostro pianeta e dei vostri simili; vi stia a cuore il futuro che si apre davanti a noi, perché possa essere davvero come Dio lo sogna per tutti: un futuro di pace e di bellezza per l’umanità intera”.

“Pensate ai bambini che sono in guerra!”. È l’invito, a braccio, del Papa, al termine del discorso. “Pensate ai bambini ucraini, che hanno dimenticato di sorridere”, ha proseguito Francesco sempre fuori testo: “Pregate per questi bambini, metteteli nel cuore, i bambini che sono in guerra. Pensate ai bambini di Gaza, mitragliati, che hanno fame. Pensate ai bambini”. Poi il Santo Padre ha esortato i presenti a fare “un piccolo momento di silenzio: ognuno di noi pensi ai bambini ucraini e ai bambini di Gaza”. “Vi stiano a cure i bambini ucraini, che dimenticano di sorridere”, l’invito finale: “E i bambini di Gaza, che soffrono sotto le mitraglie”.

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