Cesena
Venite e vedrete, il cristianesimo è una sequela
Giancarlo Cesana ha introdotto alla lettura del libro "Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (1968-1970)", da lezioni di don Luigi Giussani negli anni del '68
Teatro Verdi gremito, ieri sera, per il dialogo con Giancarlo Cesana, uno dei primi ragazzi di don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e liberazione. Presentato il libro “Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (1968-1970)”, a cura di Davide Prosperi
La comunione è un’appartenenza
“Il movimento coinvolge tutta la vita. Non è come un’associazione che mette a fuoco un aspetto solo. Riguarda tutto ciò che noi siamo”. Giancarlo Cesana ieri sera, in un teatro Verdi gremito di gente, sollecitato dalle domande dei due storici locali Leonardo Lugaresi e Fabrizio Foschi, ha introdotto alla lettura del nuovo libro curato da Davide Prosperi, attuale presidente della fraternità di Comunione e liberazione, “Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (1968-1970)”. Tra gli ospiti erano presenti anche il vescovo Douglas Regattieri e l’assessore alla cultura del Comune di Cesena, Camillo Acerbi.
“La comunione è un’appartenenza, è una vita intera, è unità”, prosegue Cesana che è stato nel tempo uno dei più stretti collaboratori di don Giussani, fin dai primi anni ’70. “È un’amicizia tra gli uomini. È l’amare gli altri come se stessi. È l’esperienza del corpo mistico di Cristo“. Poi aggiunge: Tra il riconoscere e l’aderire c’è tutta la nostra libertà”, la libertà di ogni persona. Il richiamo autentico è a una vita come “dipendenza da una comunità”, una comunità fondata sull’amore, su una sequela.
“Venite e vedrete”
A chi gli chiedeva spiegazioni, Gesù ha sempre risposto “Venite e vedrete”, ha sottolineato Cesana. “Il cristianesimo non è archeologia e la tradizione nella Chiesa ha la forza di una presenza. È una presenza adesso, ora. È il vieni e vedi”, appunto. “Vivente è un presente. Il mistero di Dio è qualcosa che interviene adesso nella storia”.
Cosa significa leggere e studiare i discorsi e gli scritti di don Giussani? “L’eredità di don Giussani è la nostra responsabilità – ammonisce con forza Cesana, ricordando anche i richiami di papa Francesco al movimento di Cl -. Teniamo presente la parabola dei talenti. Cosa facciamo? Quello che abbiamo ricevuto lo sotterriamo?”.
“Chiamati a essere un altro mondo in questo mondo”
Chi può aiutare le donne e gli uomini di oggi, allora? “La liberazione è la comunione. Il potere è sostituirsi a Dio. Invece la vita ci è stata data e ci verrà tolta. Quindi, o aderisci a Dio o sei schiavo. Cristo è la compagnia di Dio all’uomo, mentre il peccato è l’affermazione di sé contro Dio”. Ecco perché occorre essere “originali nella presenza e nella proposta. Originali nel senso di essere e rimanere attaccati all’origine” da cui deriva tutto. “Siamo chiamati a essere un altro mondo dentro a questo mondo”, capaci di guardare il futuro con speranza. E la speranza “è il compimento di un destino buono per cui siamo fatti”.