Cesena
Inaugurata la mostra “Topi da biblioteca”, il cui progetto è nato nella Westminster Art Library di Londra
Nel pomeriggio di ieri, nella Galleria Pescheria di Cesena, è stata inaugurata la mostra “Topi da biblioteca”,momento espositivo dell’omonimo progetto di ricerca del “Colectivo Silver Fish”, che vede la partecipazione di nove artisti di ambito internazionale. Joana Baygual (Andorra), Rosa Brugat (Girona, Catalogna), Rosó Cusó (Barcelona, Catalogna), Marisa González (Madrid, Spagna), Myriam Lambert (Montréal, Canada), Matilde Obradors (Barcelona, Catalogna), Anton Roca (Cesena, Italia), Merce Rodríguez (Córdoba, Spagna), Aureli Ruiz (Reus, Catalogna). In occasione dell’inaugurazione, avvenuta alla presenza degli artisti coinvolti, sono state realizzate quattro performance, poi, a seguire l’artista canadese Myriam Lambert ha donato l’opera video “Fourmis – Allegoria della resistenza” alla Biblioteca Malatestiana di Cesena e all’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì.
Il video è stato realizzato dall’artista canadese durante una residenza presso lo spazio Rad’Art Project nel maggio 2017, nell’ambito del programma di scambio di artisti in residenza tra Rad’Art e La Chambre Blanche di Québec.
La mostra, che rimarrà allestita fino al 30 settembre, è uno dei dieci progetti che nel 2018 hanno beneficiato dei contributi economici messi a disposizione dal Comune a sostegno delle attività culturali promosse dalle associazioni del territorio.
Il progetto ha avuto origine nella Westminster Art Library di Londra, a partire da un’opera che l’artista Rosa Brugat ha realizzato in questa biblioteca (Firmi, la rata sàvia). In una conversazione mantenuta con la direttrice artistica della biblioteca londinese è emerso il problema relativo al pericolo della futura scomparsa di libri e importanti documenti. Da questa consapevolezza, Brugat rivolge un invito ad altri artisti per collaborare ad un progetto artistico, il cui obiettivo principale è quello di valorizzare e divulgare i tesori che rimangono celati in biblioteche e archivi. La proposta è stata quella di recarsi presso biblioteche di rilievo delle proprie città di origine e/o dove gli artisti abitano, in cerca di documenti non ancora digitalizzati, sia per mancanza di risorse o perché tali documenti sono considerati minori, non di primaria importanza. La reinterpretazione dal punto di vista artistico potrà contribuire ad aumentare la sensibilità per l’attuazione di un piano di digitalizzazione più organico all’interno delle biblioteche.