Cesena
Il Museo delle scienze naturali si rinnova ma scoppia la polemica tra cittadini e Comune
Il Museo di scienze naturali si rinnova con tanto di polemiche. A prendere le redini delle attività progettuali del nuovo Museo dell’ecologia sarà, da ottobre, l’associazione Orango: fondata nel 2015 e guidata da Lorenzo Rossi, si è occupata in particolare di criptozoologia (lo studio degli animali misteriosi) e di fake news. Prende così il posto di ViaTerrea, il cui contributo dal 2010 è stato fondamentale per il rilancio di questo piccolo museo incastonato in uno dei luoghi più suggestivi della città, la loggetta veneziana e la torre del Nuti.
Entrambe le associazioni hanno partecipato al bando comunale sulla co-progettazione delle attività fino al 2021 e Orango ha ottenuto il punteggio più alto per “il maggior valore aggiunto legato alla disponibilità e qualificazione del personale, per l’impiego di proprie risorse per un massimo di 16.500 euro e per la proposta di utilizzo di un’eventuale somma aggiuntiva da parte dell’Amministrazione a favore del miglioramento delle dotazioni museali”. A parziale rimborso delle spese, riceverà dal Comune un contributo massimo di 35mila euro.
Un cambiamento che non è passato in sordina: tanti cittadini hanno scritto al Comune ed esternato sui social network la propria delusione. Migliaia tra bambini, ragazzi e famiglie in questi anni hanno infatti partecipato e apprezzato le stimolanti attività proposte da ViaTerrea all’interno del museo (gestito dall’associazione per il Parco naturale del fiume Savio). Un’esperienza – dedita alla promozione della divulgazione scientifica, alla tutela della biodiversità e al patrimonio storico e artistico del territorio – lunga 14 anni che “il Comune ha ingenerosamente valutato”, ha affermato amareggiato il presidente dell’associazione, il naturalista Eddi Bisulli. Che spiega: “in questi anni di impegno e professionalità abbiamo dedicato molto tempo al museo, garantendo l’apertura in diverse giornate settimanali, organizzando tanti eventi culturali e percorsi didattici e trasformando l’abbandonato giardino in un percorso sensoriale molto visitato”.
Dal canto suo, l’Amministrazione comunale rivendica “la correttezza e la bontà del percorso intrapreso e dell’esito che ha prodotto”.