Cesena
Museo archeologico: le nuove tecnologie rivoluzioneranno il percorso
Il Museo Archeologico di Cesena si rifà il look. L’Amministrazione comunale ha affidato al Dipartimento di Storia, culture, civiltà dell’Università di Bologna (sede di Ravenna) il progetto del nuovo allestimento dello piccolo spazio museale situato al primo piano dell’edificio che ospita la Biblioteca Malatestiana. L’obiettivo, infatti, è quello di rendere fruibile la visita al museo attraverso tecnologie più accattivanti rispetto a ora.
Nel dettaglio, è prevista un’analisi preliminare sia del materiale esposto che delle condizioni fisiche e micro-climatiche dell’attuale ambiente museale e un progetto di riallestimento che comprenderà la riorganizzazione del percorso espositivo con la selezione, in collaborazione con la Sovrintendenza, del materiale da esporre. E poi la definizione dei necessari lavori edili, la progettazione del nuovo sistema espositivo, dell’impianto illuminotecnico e del nuovo apparato comunicativo.
Il contratto stipulato con l’Università di Bologna ha un importo di 15.860 mila euro e il progetto è curato da Giuseppe Lepore, professore associato di Archeologia classica, e Paolo Bolzani, professore a contratto di Museografia archeologica. Per la realizzazione dell’aula didattica destinata ai laboratori per le scuole e per l’adeguamento del percorso espositivo il Comune usufruirà di un contributo regionale di 17mila euro (a fronte di un costo complessivo stimato di 42mila euro).
In attesa dell’annunciata riorganizzazione, sono in corso fino a fine mese i lavori di risanamento dell’intonaco della struttura, che alla riapertura ospiterà le opere di restauro del mosaico della pantera, rinvenuto durante gli scavi in via Strinati.
Il museo (raggiungibile anche da via Montalti, all’interno del chiostro di San Francesco), presenta una raccolta di reperti provenienti all’area cesenate, dalla Preistoria fino all’Umanesimo. Particolarmente ricca la collezione del periodo romano di cui si segnalano: frammenti di armature (tardo impero), una placca bronzea con decorazioni a sbalzo, una cintura di bronzo, un mattone dei ‘Figulos Bonos’ (II-I secolo a.C.), la stele di C. Salvius Secundus (II secolo), un sarcofago e coperchio di necropoli (IV-V secolo) e un frammento di architrave. Di particolare interesse anche le ceramiche e i due piatti in argento del IV secolo rinvenuti nel 1948 sul colle Garampo.