In scena al Bonci l’opera di Brecht “L’anima buona del Sezuan”

Il testo

Il dramma di Bertolt Brecht (1898 – 1956) in scena a Cesena è un capolavoro del “teatro epico”, una forma particolare di teatro, in cui ci si allontana dall’evento scenico rappresentato in maniera naturalistica per una più globale partecipazione dello spettatore, che così diviene il destinatario attivo della rappresentazione.

Il teatro epico ha lo scopo di sottolineare la finzione teatrale e, creando un teatro proletario, procedere ad uno sviluppo collettivo a livello culturale e sociale. Il teatro epico è, di conseguenza, politico, in quanto ogni elemento della messa in scena è adeguato ai fini politici.

“L’anima buona del Sezuan” (il dramma, del 1943, viene anche tradotto “L’anima buona di Sezuan”) è la storia di Shen-Tè (nel nostro allestimento impersonata da Elena Bucci), una donna che vende i suoi favori e vive nella capitale della provincia cinese del Sezuan. La vicenda inizia quando tre dèi in pellegrinaggio attraverso il paese alla ricerca di qualche anima buona arrivano in città e chiedono ospitalità per la notte. Solo Shen-Tè vorrà accoglierli, gesto per il quale la ricompenseranno con una somma di mille dollari d’argento, una possibilità per cambiare vita e affrancarsi dalla sua disonorevole condizione. La generosa donazione è però vincolata al comandamento di continuare a praticare la bontà: da questa apparentemente fortunata circostanza, le vite e i destini dei molti personaggi della storia verranno sconvolti.

Nello svolgersi della vicenda, l’anima buona Shen-Tè si rivelerà troppo generosa e debole di fronte all’avidità e alla cattiveria di approfittatori e postulanti che dovrà affrontare. È così che per legittima difesa, e nel paradossale tentativo di resistere, la donna darà vita al suo spietato alter ego, l’affarista Shui-Tà, cinico e inflessibile personaggio, suo doppio. La scissione, lo sdoppiamento di cui Shen-Tè è iniziatrice coinvolgerà nella spirale della metamorfosi anche gli altri personaggi, come l’acquaiolo Wang o l’innamorato aviatore Yang Sun (entrambi interpretati in questo allestimento da Marco Sgrosso).

Lo spettacolo, in scena da giovedì 6 a domenica 9 dicembre

Il dramma di Brecht, nell’elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso (che curano anche la regia), giunge all’estrema sintesi del confronto fra Oriente e Occidente. La gestualità, le maschere, i costumi, rimandano alla Cina da cui Brecht trasse l’ispirazione, mentre le voci degli interpreti (Maurizio Cardillo, Andrea De Luca, Nicoletta Fabbri, Federico Manfredi, Francesca Pica, Valerio Pietrovita, Marta Pizzigallo) si nutrono anche dei dialetti italiani, per cui si sente l’emiliano, il pugliese, eccetera. L’effetto è straniante, e tale doveva essere l’effetto anche della recitazione “epica” secondo la volontà del drammaturgo tedesco.

Estremamente essenziale ed efficace la scenografia, formata da alcuni praticabili che vengono di volta in volta spostati con pochi movimenti dagli interpreti, aiutati nella resa scenica dalle luci, a cura di Loredana Oddone (davvero suggestive, con tagli di luce emozionanti). Molto belle, in grado di aiutare a “vivere” il dramma, le musiche originali, eseguite dal vivo da Christian Ravaglioli. Nell’insieme uno spettacolo davvero suggestivo, in grado di emozionare lo spettatore che riesca a superare lo scoglio iniziale di una recitazione lontana dalla quotidianità teatrale dell’Occidente. La sera di giovedì il pubblico non era molto numeroso, ma ha salutato la compagnia con reiterati e sentiti applausi.

Sabato 8 dicembre alle ore 18 è in programma “Conversando di teatro”: la compagnia incontrerà il pubblico nel foyer del “Bonci”. In dialogo con Elena Bucci e Marco Sgrosso ci sarà Matteo Casari, studioso di teatro e antropologia e docente di Teatri d’Asia all’Università di Bologna, autore di un libro su Mei Lanfang, l’attore cinese che stregò Brecht.

L’incontro è parte del focus #ViaggioInAsia, tre appuntamenti di approfondimento per entrare nel mondo della scena orientale, in attesa dell’Opera di Pechino che presenterà al Teatro “Bonci” l’opera “La leggenda del serpente bianco” il 5 e 6 gennaio 2019, prima nazionale e uniche date in Italia.  Il #ViaggioInAsia proseguirà sabato 15 dicembre (ore 18) con la conferenza-concerto del musicista cesenate Enrico Malatesta per concludersi sabato 5 gennaio (ore 18) con l’incontro con gli interpreti dell’Opera di Pechino.