Cesena resta senza il suo signore e le presunte spoglie di Novello Malatesta tornano nella nicchia originaria

Se ne riparlerà con l’avvio dei lavori delle tre piazze atteso per il 2020. Di Novello Malatesta ancora nessuna traccia e in qualche modo si erano illusi di averlo ritrovato i suoi concittadini cesenati quando circa un anno fa, tra l’8 e il 10 febbraio, dopo una serie di lavori condotti dalla ditta Ahrcos sulla parete di fondo della Malatestiana nell’aula del Nuti, l’urna rinvenuta dietro la lapide è stata portata alla luce e analizzata nel contenuto. Al suo interno due suole in cuoio, due cilindri metallici con i documenti inseriti nell’urna nel 1812 e nel 1905, resti animali e anche umani ma non appartenenti al rampollo della casata che con ogni probabilità morì il 20 novembre 1465 a 47 anni, dopo una lunga malattia. L’esame antropologico dello scheletro infatti ha permesso di stabilire che i resti contenuti nell’urna, oggi ricollocata nella medesima posizione in fondo all’aula del Nuti in Malatestiana, risalirebbero al 1200 circa, antecedenti dunque all’epoca in cui visse il signore di Cesena. Nella mattinata di oggi con una modesta cerimonia il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore alla cultura Christian Castorri, accompagnati dalla dirigente della Biblioteca Elisabetta Bovero, dal funzionario dell’edilizia pubblica Ivano Piraccini, dal professore Marino Mengozzi, vicepresidente del Comitato scientifico della Malatestiana e dalla dottoressa Paola Errani, responsabile del servizio conservazione della Biblioteca (nella foto), hanno riposto l’urna contenente i resti dell’uomo per tanto tempo ritenuto Novello Malatesta e la lapide nella nicchia originaria consentendo alla ditta Ahrcos di completare il fissaggio della lapide eseguito con malta a base di calce naturale.

(Un approfondimento sull’edizione cartacea del Corriere Cesenate reperibile in edicola e online da giovedì 7 marzo)