Elettore dove sei?
Alla fine la vittoria è stata netta.
Michele de Pascale ha staccato di oltre 16 punti Elena Ugolini nella corsa alla presidenza della regione Emilia Romagna.
Neanche i sondaggi più favorevoli al centrosinistra assegnavano un margine così ampio al sindaco di Ravenna che ha sconfitto la prima donna civica che ha sfidato il Pd appoggiata dalle forze del centrodestra.
Anche in Umbria ha vinto la coalizione messa insieme da Partito democratico che in questo modo è tornato a esultare, dopo la recente sconfitta in Liguria, sempre alle regionali. Il quadro politico si conferma instabile e l’elettorato molto fluido. Puntando lo sguardo sui voti raccolti dalle singole forze in campo, spiccano le sconfitte di Lega e Movimento 5 stelle. Quest’ultimo è ridotto ormai al lumicino (3,6 per cento) i seguaci di Salvini (al 5,3) si sono ritrovati dietro a Forza Italia (al 5,6) più moderata su tante posizioni prese di recente dal governo Meloni, specie in tema immigrazioni.
Tra le diverse cifre, anche troppe, che circolano in queste prime ore di commenti e riflessioni, la più preoccupante è quella dell’affluenza alle urne. Che in Emilia Romagna abbia votato il 46,42 per cento degli elettori è un fatto che non può lasciare indifferenti. Fino a qualche decennio fa in questa area del Paese si viaggiava su percentuali altissime di partecipazioni al voto.
Solo rispetto a quattro anni fa si sono persi oltre 21 punti. Per avere un’idea dell’astensionismo basta ribadire che il neo presidente viene eletto con il 26 per cento dei consensi (922 mila voti) su oltre tre milioni e mezzo di elettori.
Analizzare questa disaffezione spetta agli esperti, anche se noi possiamo abbozzare qualche considerazione.
La prima è quella legata alla continua chiamata a votare, quasi da rendere l’appuntamento elettorale qualcosa di routinario e non un momento di alto valore democratico come è stato vissuto dal dopoguerra fino agli anni ’90. Secondo: la delusione per la politica nelle nuove generazioni.
Tanto non cambia nulla è una frase che si ascolta fin troppo spesso.
Associata alla disaffezione per le vicende che riguardano la sfera sociale ha l’effetto di allontanare dall’espressione del voto. Terzo e ultimo: la distanza tra le sfere del potere e la vita che scorre tra la gente.
Il tema dell’alluvione non ha reso in termini di consensi. Forse vale di più puntare su proposte concrete piuttosto che denigrare il lavoro altrui. Per chi ha ambizioni, potrebbe essere una strategia da mettere in campo fin da ora.