A tu per tu con Antonio Barzanti di Casapound

Che Antonio Barzanti, classe 1969, è il candidato sindaco di Casapound con un passato nel Fronte della gioventù, i giovani del Movimento sociale italiano. Due figli, (Luca 26 anni e Adriano 18) convive da 23 anni con Mara Stradaioli, anche lei nella medesima lista. Imprenditore di terza generazione, conserva accanto al suo studio nell’azienda di famiglia una foto del nonno, il fondatore delle Grafiche Barzanti. Sul sito del Comune si trova il programma presentato, “Difendi Cesena”, una dozzina di pagine di proposte.

Barzanti, a uno come lei che fa l’imprenditore, chi lo fa fare di mettersi in gioco così, e con Casapound?

Sì, è vero, sono un imprenditore, ma ho anche una mia idea del mondo, da quando ero ragazzino. Non ho mai avuto timore di espormi per le mie convinzioni. Credo di essere capace di confrontarmi con tutti. In questa occasione, non mi sono posto domande particolari. Di certo, non ho nulla di cui vergognarmi. Il giudizio nei nostri confronti è un pregiudizio filtrato dai media. Quando riusciamo a parlare con le persone senza filtri, otteniamo un riscontro diverso che smonta la narrativa ufficiale.

Chi è oggi a Cesena Casapound?

Un gruppo di 20 militanti con un’età media molto bassa, dai 18 ai 28 anni, donne e uomini. Abbiamo aperto la nostra sede in centro nel febbraio dello scorso anno. Le polemiche sono state strumentali, create ad arte. Abbiamo anche un bel gruppo di giovani che aderisce a “Blocco studentesco”. Periodicamente questi ragazzi organizzano eventi socializzanti. Ci accusano di fare proselitismo nelle scuole. Tutti cercano di promuoversi, e lo facciamo anche noi. Sarà anche vero che alcuni genitori non gradiscano che i loro figli vengano con noi… Però occorre anche dire che sui giornali finiscono sempre le notizie negative che ci riguardano. Le dico che ci sono anche persone rassicurate dalla nostra sede in centro, in via Albertini.

Un punto da cui iniziare, a Cesena?

La sicurezza. Il punto più mortificante per i cittadini. Si vivono paure tra chi sta in casa, chi in negozio. I ladri nelle abitazioni mettono insicurezza in tanti. Una situazione di degrado diffuso.

Il secondo?

Politiche sociali per aiutare gli italiani in difficoltà. C’è il Dpr 445 del 2000 che autorizza le amministrazioni locali a chiedere agli extracomunitari attestati alle rispettive ambasciate dai quali si deve evincere la non proprietà di immobili a casa propria. Agli italiani è richiesto. Per gli stranieri non è sufficiente l’autocertificazione. E poi siamo favorevoli al baratto amministrativo, appunto per aiutare gli italiani in difficoltà economica. La possibilità di pagare le multe con lavori socialmente utili.

Quale obiettivo vi date per il 26 maggio?

Almeno un consigliere, un obiettivo ambizioso. Lo scorso anno abbiamo ottenuto 497 voti. Oggi la previsione è di tre volte tanto. In questa occasione, io che non sono abituato a internet, ho dovuto aprire una pagina Facebook per stare nell’agone politico e avere visibilità. I giornali ci danno poco spazio, quindi abbiamo dovuto agire di conseguenza. Un sondaggio, non so quanto affidabile, ci dà al 4,3 per cento.

Se si andasse al ballottaggio, come vi schierereste?

Se ne parlerà in quell’occasione. Posso dire che noto come Rossi stia soffrendo l’etichettatura della Lega. Non sta sfruttando il traino nazionale del partito di Salvini. Non sta facendo discorsi riconducibili a quell’area politica. Le porto uno esempio: al dibattito a Case Finali solo noi abbiamo sostenuto il “prima gli italiani”. Invece la gente avverte questo problema e lui non lo cavalca.  Non mi pare un animale politico.

Rossi è uno prestato alla politica…

Anche a me l’hanno chiesto, ma non mi sottraggo.

E la Lega, allora?

Si è ispirata ad alcune nostre posizioni. Tra tutte, quella del “prima gli italiani”. Salvini ha copiato da noi.

Basta euro? Ne è convinto?

Salvini sostiene ora di voler cambiare da dentro, mentre prima diceva che si doveva uscire dalla moneta unica. Si è ispirato a parole nostre che veicolano principi ben precisi: confini da difendere e patria da promuovere.

Cosa risponde a che le dice che Casapound è al limite dell’apologia del fascismo?

Il fascismo è morto 75 anni fa. Non ho bisogno di rinnegare nulla. Non c’è nessun ritorno al fascismo. Siamo difensori estremi della Costituzione italiana. I veri anticostituzionali sono quelli che vogliono la morte dell’Italia. Abbiamo già perso la sovranità economica e quella monetaria. Con gli Stati uniti d’Europa perderemo anche la sovranità politica.

L’Euro, quindi?

E’ auspicabile l’uscita dalla moneta unica. Ne sono convintissimo. Certo, bisogna avere spalle larghissime. C’è tutto un mondo extra Unione europea che ci può insegnare a come fare.

Come vede la situazione a Cesena dopo le elezioni?

Mi piacerebbe fare opposizione in Consiglio comunale a fianco del Pd, un partito che ha bisogno di un bagno di umiltà. Ora lo vedo arrogante e presuntuoso. Abbiamo bisogno di un ricambio.

C’è chi afferma che fate campagne d’odio.

Noi non abbiamo mai coltivato l’odio. Siamo vittime di una campagna d’odio. Senza un consigliere di Casapound in Consiglio, il centrodestra rischia di appiattirsi sulle posizioni gestionali e stilistiche del Pd.

Che dice del nuovo ospedale?

Non abbiamo preclusioni. Se migliora la sanità in questo territorio, perché essere contrari? Alla bse di questo grande intervento strutturale che modificherà non poco Cesena ci deve essere un principio: non generare interessi privati. E un bando per la progettazione con il quale sia data preferenza ad aziende locali.

E la Rocca Malatestiana?

Cosa ci fanno lì un museo dell’agricoltura e i concerti rock? Chi ha avuto queste idee? Che ci fa un bar? La Rocca rappresenta storia e cultura di questa città. Abbiamo proposto uno studio di fattibilità per una scala mobile interna, dalle due bocche di viale Mazzoni. Sarebbe un’opera a zero impatto visivo. Almeno apriamo un dibattito su questo. Il rilancio turistico di Cesena può ripartire da Rocca e Biblioteca Malatestiana. Bisognerebbe creare un percorso pedonale per riscoprire due lati dell’aula del Nuti oggi esclusi ai visitatori. Sfruttare la corte interna di palazzo Ghini, uno dei più belli della città, e aprire il cancello di piazza Bufalini. Cesena può sviluppare un suo turismo di qualità nei fine settimana, non a traino del mare. E poi la Portaccia, Porta Fiume, la cinta muraria. Se vuole, non finiamo più.