Cesena
Kit per le donne vittime di violenza
Per l'avvio del progetto ne sono stati ordinati cento. Nei primi nove mesi del 2024 si sono verificati 65 casi di maltrattamenti e percosse e sei di abusi sessuali
L’intento, dopo l’avvio della sperimentazione al “Bufalini”, è quello di estendere il kit a tutti gli ospedali della Romagna. Il progetto è stato realizzato con il sostegno del Bcc romagnolo, Linea Sterile, Enaip, Rotary Cesena e Lions Cesena
Per contrastare la violenza sulle donne occorre fare rete
Per combattere la violenza sulle donne “occorre fare rete”. Come è stato esposto anche sabato scorso dai tifosi del Cesena prima della partita con la Reggiana. Ha ricordato l’episodio questa mattina Elisabetta Montesi, direttore dell’ufficio relazioni con il pubblico, fundraising e marketing dell’Ausl della Romagna in apertura di conferenza all’ospedale Bufalini per la presentazione del kit di prima accoglienza per la donna vittima di violenza che si rivolge al Pronto soccorso.
Oggi è stato presentato un progetto avviato tre anni fa che non si esaurisce con l’obiettivo raggiunto, ma prosegue a supporto e a tutela delle donne. Di fenomeno, quella della violenza sulle donne, molto più presente di quello che si può pensare, ha parlato Paola Ceccarelli, direttore del distretto Cesena-Valle Savio. “C’è tutto un mondo sommerso – ha detto la Ceccarelli – che non emerge dai numeri”. Il kit predisposto grazie al supporto del Bcc Romagnolo, Linea sterile, Enaip e del sostegno dei club service Rotary Cesena e Lions Cesena, costituisce un primo passo per stare accanto alle donne in situazioni di particolare delicatezza. L’intento, dopo l’avvio della sperimentazione al “Bufalini”, è quello di estendere il kit a tutti gli ospedali della Romagna.
I numeri dei primi nove mesi
La dottoressa Daniela Domeniconi, dirigente medico del Pronto soccorso e della Medicina d’urgenza, ha sottolineato l’importanza della rete di sostegno in favore delle donne. Poi ha fornito qualche numero. Nei primi nove mesi del 2024 si sono verificati 65 casi di maltrattamenti e percosse e sei casi di abusi sessuali. E non ci sono, ha sottolineato, differenze tra ceti sociali o età. Inoltre, anche lei ha messo in evidenza che si tratta d numeri che non tengono conto del sommerso e delle difficoltà che molte donne hanno nel venire allo scoperto, nel denunciare, nel subire per anni prima di trovare il coraggio per fare emergere situazioni di questo genere. Ora è il momento – ha aggiunto – di manifestare lo sdegno per ciò che si vede e di mettere in campo il coraggio per cambiare la realtà”.
La dottoressa Antonella Brunelli, responsabile Unità operativa complessa Pediatria e Consultorio familiare Cesena, ha messo in evidenza la necessità di “partire dalle scuole elementari per insegnare a rispettare la persona. Temiamo presente che la violenza economica e quella psicologica non arriva in Pronto soccorso. Quindi i cambiamenti di mentalità hanno bisogno di tempo”. La stessa necessità di un lavoro sulle nuove generazioni è stata messa in luce anche dalla dottoressa Raffaella Francesconi, direttore del Pronto soccorso e Medicina d’urgenza: “Vedere questi giovani parlare di gentilezza mi commuove”, ha aggiunto.
Per l’avvio i primi 100 kit. Cosa contengono
“Fare rete è la parola d’ordine del progetto – ha fatto presente Claudio Bulgarelli, direttore Enaip -. Abbiamo unito le abilità dei nostri diversi percorsi: quello della moda, della grafica e del confezionamento per l’assemblaggio dei kit. Per noi ha avuto una doppia valenza. Una per uscire e una per riflettere”.
Il kit contiene un camice realizzato ad hoc, una t-shirt, una felpa, slip, un paio di ciabatte, dei pantaloni comodi da ginnastica e una trousse con prodotti per l’igiene intima, con la relativa borsa che può essere utilizzata anche per altri usi. Per l’avvio del progetto ne sono stati ordinati cento per il solo ospedale cesenate.
Dalla presentazione di questa mattina, ha detto in conclusione di interventi in conferenza stampa l’assessore ai Servizi per la persona, Carmelina Labruzzo, “emerge un messaggio chiaro per le donne: non sei sola. Tocca alle Istituzione tenere attiva ed efficiente questa rete a supporto delle donne”. Un impegno come lavoro futuro, per tutti.