L’idea: una serra in acciaio e vetro per il quarto lato

Il quarto lato di piazza del Popolo è un argomento poco gettonato. A Cesena, la mancanza di una chiusura di quello spazio è avvertita da tantissimi, ma non come assenza di un elemento da poter realizzare per ricomporre un luogo che fino a poco più di un secolo fa costituiva una piazza vera e propria, a ridosso di un ampio e popoloso quartiere, Borgo chiesa nuova, attraversato dalla via Emilia.

Si transita per piazza del Popolo. Si avverte che è un posto bello al quale manca qualcosa. Non ci si ferma. Ci si sente scoperti, come se fosse incompiuta. E così è in realtà. Dell’argomento abbiamo parlato nelle scorse settimane con l’ingegner Ermanno Gianessi che assieme all’architetto Gabriele Rossi ha avanzato una soluzione anche a nostro avviso praticabile. Di certo, si tratta di un ragionare che può contribuire ad aprire un dibattito su un tema delicato per il centro storico di Cesena.

Ingegner Gianessi, ci racconti che è successo dopo l’abbattimento del quarto lato di piazza del Popolo?

Dopo l’abbattimento del palazzo che ne costituiva il quarto lato e la costruzione del Ponte nuovo e di via Cesare Battisti, la piazza è stata esclusa dal percorso fondamentale che la innervava: la via Emilia. Quella stessa via Emilia di cui resta testimonianza nell’acciottolato che affianca ancora oggi viale Mazzoni, il viale che è il risultato di quello stravolgimento urbano.

Cosa costituisce ora piazza del Popolo?

Dopo gli avvenimenti che ho descritto, la nostra città si ritrova con il luogo maggiormente rappresentativo di identità storica completamente eccentrico rispetto al tessuto urbano e per di più tagliato fuori dai percorsi più vitali. E se a ciò aggiungiamo la mancanza del quarto lato, si può ben mettere a fuoco il motivo della sua marginalità.

Tutti i centri storici soffrono, non solo quello di Cesena…

La difficile situazione economica e commerciale che investe il nostro centro storico, come quello delle altre città italiane, completa il quadro. Né si può pensare che una condizione così seriamente e strutturalmente deteriorata possa trovare pieno ristoro o una soluzione percorribile solo attraverso una programmazione di eventi saltuari.

Un piccolo giardinetto, per la verità, è stato realizzato, una sorta di quarto lato.

Qualche anno fa è stata realizzata una modesta aiuola verde con qualche albero e qualche arbusto, con l’intento di riproporre la tipica spazialità di una piazza delimitatasu tutti quattro i lati. I risultati sono sotto gli occhi di tutti…

Ingegnere, voi cosa proponete?

Una cortina verde, che presenta due facciate, una posta nella stessa posizione e delle stesse dimensioni del palazzo demolito alla fine del XIX secolo, l’altra verso viale Mazzoni, che consenta di ricavare uno spazio protetto saturo di essenze naturali. Proponiamo una serra accessibile, aperta al pubblico, in cui la gente possa entrare, sedersi, godere della vista della piazza attraverso aperture vetrate che hanno la stessa cadenza delle finestre dell’antico palazzo.

Può descrivere questa struttura?

Intendiamoci: non le abbiamo inventate noi queste soluzione. Ce ne sono alcuni esempi in Italia a Merano e Venezia. Le duepareti verdi, quella verso la piazza e quella verso viale Mazzoni, sono sostenute da una leggera struttura in acciaio e vetro, all’interno della quale, su due livelli, il verde diventa protagonista in tutte le stagioni per una fruizione continua, senza limiti.

Questa serra che appare alquanto avveniristica, come si potrà conciliare con i palazzi circostanti e il torrione della Rocca?

La piazza è dominata, verso ovest, dal torrione e dal parco. Entrambi risultano isolati rispetto alla città perché di difficile accesso. Noi proponiamo un ascensore, ancora in acciaio e vetro, che consenta di salire dalla piazza e dalla serra fino alla mura merlata che si trova subito al di là del torrione. Ciò potrebbe permettere la fruizione di luoghi colmi di fascino e di storia che oggi sono sconosciuti ai più. In quel punto la città è quasi morta. Pensiamo a come potrebbe essere di sera la serra illuminata: si potrebbe entrare e da lì si potrebbe ammirare la nostra bella piazza con la stupenda fontana del Masini. Costituirebbe un luogo vivo e pulsante in uno spazio ora molto buio.

In sintesi?

Negli anni 80 l’allora assessore Giordano Conti fece un bando di concorso internazionale, poi bocciato dalla Giunta. Un anno fa l’attuale Amministrazione comunale ha chiesto lumi alla locale facoltà di Architettura che ha girato la proposta agli studenti. Quanto arrivato è stato considerato non degno di nota. Ora ci sono 200 mila euro come contropartita dell’ampliamento del Montefiore per i quali la Conad non ha ancora presentato un progetto. La nostra proposta per il quarto lato di piazza del Popolo è una soluzione praticabile. Pensiamo e speriamo che sia almeno un sasso in piccionaia in grado di smuovere qualcosa.