Frecce alla luna

Nonostante il pomeriggio vedesse molti incontri in contemporanea, numerose persone si sono recate al Palazzo del Ridotto di Cesena per assistere alla presentazione del quinto volume di poesie di Loris Pasini, “Frecce alla luna” (ed. Ponte Vecchio, pagg. 136, euro 14). Pasini è molto noto in città per la sua molteplice attività culturale: oltre che poeta e pittore, collabora a numerose associazioni, come “Amici del Monte”, “Adarc”, “Pro Rubicone”, e scrive regolarmente su riviste culturali, come “Confini”.

Intervistato da Elide Giordani, Loris Pasini ha passato in rassegna il suo percorso artistico, dalla fanciullezza all’età matura. Nonostante gli studi economici (ha lungamente lavorato in banca), Pasini ha sempre coltivato le arti, sia in proprio, dipingendo e scrivendo, sia studiando gli artisti di ogni tempo e luogo. Ha definito il suo estro paragonandolo a un vulcano, che esplode quando ne sente necessità. «Scrivere di se stessi, del proprio intimo – ha detto – può apparire come l’operazione più folle che esista: perché mettersi così a nudo di fronte agli altri? Perché così vuole il vulcano».

Ha fatto gli onori di casa l’assessore alla Cultura Carlo Verona, che ha sottolineato come la ricchezza di Cesena sia il pullulare di associazioni culturali, mentre Nicoletta Dall’Ara ha presentato la neonata associazione “Poesis”, dedicata alla poesia, di cui Pasini è uno dei fondatori. Le liriche di Pasini sono state egregiamente interpretate da Loris Canducci, volto noto del teatro cesenate. Al termine del pomeriggio, anche Raffaella Candoli, storica firma del giornalismo cesenate, ha letto un testo di Loris Pasini che l’aveva emozionata, rimarcando come la vena poetica dell’autore si mantenga ricca ed efficace, anche dopo ben cinque libri e centinaia di testi. Per illustrare l’opera al lettore, riportiamo la lirica d’apertura del volume, intitolata “Abbandoni”.

«Fra i passi lenti

Che portano al mio inverno

Nella notte al mare

Accendo i miei ricordi

Al chiarore della luna comprensiva

Presente sola

Al trascorrere del dolore

Nel tempo liberatore.

Penosi abbandoni prescritti

Naufragano fra i flutti.

Strappato a cuore impreparato

A dolci garanzie

Di paesaggi sempreverdi

Sono stato costretto

A lasciare l’amore

Quando ancora amare vorrei.

L’agognata estate

Che si poteva ripresentare

Finisce col tuono

Di queste ultime piogge».