Dopo l’alluvione, si ricomincia

Il vescovo Douglas, tornato dal Benin solo venerdì sera e impegnato ieri con quattro cresime, oggi è stato in visita in alcune zone alluvionate di Cesena. Già nella giornata di sabato monsignor Regattieri aveva chiamato tutti i parroci coinvolti dall’alluvione e i sindaci. E nelle stessa giornata ha diffuso un suo messaggio (cfr pezzo a fianco). Per rimanere in zona e vicino alla gente e alle necessità del momento, monsignor Regattieri ha rinunciato a partecipare all’assemblea della Cei iniziata oggi. 

Il presule, questa mattina, dopo aver celebrato a Ronta i funerali del diacono permanente Terzo Zoffoli, si è recato nei locali della parrocchia di San Rocco. Qui si è incontrato con il parroco don Paolo Pasolini, impegnato fin da subito in un’opera meritoria di vicinanza ai tanti residenti che hanno perso tutto.

La richiesta di pranzi è molto diminuita. I volontari, ieri a migliaia in città, oggi sono poche decine. In maggioranza sono ragazzi delle medie e delle superiori, anche al centro “Don Milani” allestito all’ippodromo. I tre ragazzi nella foto sono della Media “Viale della resistenza” che si trova accanto al centro “Don Milani”. “Siamo qui dal primo giorno”, dicono fieri per quello che stanno facendo. E posano per lo scatto. 

“Abbiamo ancora 60 famiglie cui manca tutto”, dice don Paolo mentre introduce il vescovo nelle cucine. “Qui ci siamo della parrocchia di San Rocco, è evidente, ma anche di quella di San Paolo. Lo scriva, mi raccomando”, mette le mani avanti una signora che si adopera per preparare i pasti.

Tra i volontari c’è anche suor Daniela Scarpellini, superiora generale delle suore della Sacra famiglia di Cesena, che taglia cipolla. La frenesia di ieri oggi è del tutto dimenticata, anche se i bisogni ci sono ancora, ma sono cambiati non di poco.

Il sole ha trasformato il fango in una crosta simile al cemento. Si sfiorano i 28 gradi. Fa caldo e ovunque, nelle vie travolte dall’acqua, la polvere si alza al passaggio dei mezzi. Pare di essere sulle strade polverose dell’Africa. Si incrociano ancora tanti della Protezione civile e dei Vigili del fuoco giunti da diverse regioni. Lungo le strade si ammassano divani, armadi, letti, materassi, anche se durante la notte i 30 mezzi resi disponibili dal Comune hanno liberato i marciapiedi. (Nella foto sotto un tratto di via Gramsci, oggi)

In seminario il rettore don Marcello Palazzi accoglie il vescovo Douglas e gli presenta gli ospiti. La visita si svolge nella cordialità favorita dal clima di amicizia che si avverte tra gli ospiti. A tavola ci si trova in una dozzina. È il momento migliore per conoscere le storie d tutti. C’è chi lavora da 23 anni alla Comce ed è qui, proveniente da Casablanca (Marocco) con moglie e due figli, oggi tornati a scuola. Chi è addetto alle scuderie dell’ippodromo. Chi è impegnato con i camion e chi ora è pensionato. Con la piacevole conversazione, l’alluvione pare lontana. L’ora del pranzo trascorre veloce, tra un battuta e una domanda.

È il tempo dei saluti, più amicali rispetto a quelli dell’arrivo. Le foto ricordo sono fatte. Il resto rimane, per questa gente qui in seminario, ancora un futuro pieno di incognite.