Padre Occhetta a Cesena: “I cattolici, uomini e donne di mediazione”

«Per noi cattolici è importante non adorare le ceneri, ma tentare di accendere quel fuoco che si trova ancora sotto le braci».

La sollecitazione è arrivata dal gesuita padre Francesco Occhetta intervenuto ieri sera al palazzo del Ridotto di Cesena in un incontro promosso dall’associazione Benigno Zaccagnini in collaborazione con l’Azione Cattolica della diocesi di Cesena-Sarsina.

«Oggi la politica sembra non riuscire più a vedere i bisogni delle persone – ha proseguito Occhetta – e anche noi tendiamo ad andare in questa direzione. Citando la metafora filosofica di Aristotele, il modo di fare politica è l’arco, ma poi bisogna preparare gli arcieri e decidere dove scagliare la freccia in questi tempi che cambiano».

Occhetta è giornalista, docente alla Pontifica Università Gregoriana, segretario generale della fondazione vaticana ‘Fratelli tutti’ e autore del volume ‘Fede e Giustizia. La nuova politica dei cattolici’. Tra le sue esperienze passate anche quella di consigliere comunale a soli 19 anni, quando ancora i cattolici militavano in un unico partito. Da allora molto è cambiato. Secondo un recente sondaggio, fra i cattolici praticanti assidui l’astensione è cresciuta a tal punto da attestarsi al 52 per cento.

Eppure proprio la fede dovrebbe spingere i cattolici a contribuire alla costruzione del bene comune. Tanto è vero che la Chiesa continua ad anticipare l’agenda mondiale della politica, si pensi all’enciclica Laudato Si’ in cui papa Francesco lega saldamente il tema ambientale con quello di uno sviluppo mondiale equo e di una nuova giustizia socioeconomica.

Nel tempo dei populismi, secondo padre Occhetta la sfida per i credenti italiani è giocare il ruolo di mediatori esperti in discernimento. «Anzitutto un ritorno alle competenze, nella consapevolezza di un arricchimento nell’apertura all’altro. Siamo uomini e donne di mediazione, parliamo un linguaggio spirituale, siamo riformisti — ha sottolineato —. Dobbiamo continuare a dare un risvolto sociale alla fede gettando semi di cultura e così generando politica, in questo senso fraternità e giustizia sociale sono temi che ci distinguono. Non è vero che non siamo presenti in politica, al contrario siamo in punti nevralgici dello Stato a partire dal presidente della Repubblica. Semmai non siamo organizzati, tendiamo a privatizzare la fede anziché tenerla insieme, si va avanti da soli. Ma in Italia ci sono 26 mila parrocchie, 226 Diocesi, nessuna struttura ha una connessione come la nostra».

Imprescindibile per il gesuita è la formazione, su cui le Diocesi dovrebbero investire di più. Oggi invece nelle parrocchie e nelle associazioni di ispirazione cristiana non si parla quasi mai di politica, considerato argomento divisivo, disorientando i giovani. A loro padre Occhetta consiglia di fare esperienza, mettendosi al servizio.

C’è poi la complessa e difficile questione, che scuote gli animi di molti cattolici, di trovare una posizione sostenibile sui diritti individuali, tra ruolo delle donne, omosessualità e famiglia tradizionale. «Dobbiamo avere fiducia nel prossimo Sinodo – ha concluso padre Occhetta -. Sono passi che si compiranno un po’ alla volta, ma è necessario arrivarci tutti insieme».