Cesena
Il sogno americano di Matteo Gasperoni, calcio e studio. Poi “fare il mister e lavorare negli Usa”
Il sogno americano lo sta vivendo a tutti gli effetti Matteo Gasperoni. Con un passato da calciatore nei settori giovanili di Cesena e Atalanta, da due anni il romagnolo vive e studia negli Stati Uniti.
Nell’agosto 2021 si è insediato a Miami e da pochissime settimane si è trasferito a San Diego, nella costa ovest. “Ho iniziato a giocare a calcio alla Miami Florida International University – ci racconta via whatsapp – nella Ncaa Division 1, la categoria più alta nel comparto collegiale. È una squadra di calcio tra le prime 10-15 in tutta America. Paragonata alle serie italiane, si tratta di una buona formazione di serie D. In generale si sta molto bene a giocare qua”.
Vinto il primo campionato nel 2021, l’anno successivo c’è stata la riconferma nel torneo. “Son stati due anni fantastici, oltre ai titoli siamo andati alla fase nazionale e non abbiamo sfigurato. Dietro ai risultati c’è una grande professionalità: anche se siamo considerati dilettanti gli allenamenti si svolgono tutti i giorni, i coach sono preparati e ci sono strutture all’avanguardia che non mi aspettavo. L’ambiente è molto stimolante, il migliore in cui mi sia mai trovato”.
Anche dal punto di vista personale sono arrivati riconoscimenti. “Ho giocato tutte le partite – precisa -. C’è stato da lavorare, ma ho vinto molti premi individuali”. Nel nuovo campionato 2023 (negli Usa va da agosto a dicembre), “l’obiettivo è vincere la West Coast Conference. Poi vogliamo arrivare il più in là possibile nella fase nazionale. Personalmente vorrei ritagliarmi un posto da protagonista ed essere un leader per i miei compagni”. Come detto, c’è da lavorare sodo, pur essendo un campionato riservato agli studenti e slegato dalla Major League Soccer, la massima serie professionista a stelle e strisce.
“Ci alleniamo tutti i giorni, le trasferte sono lunghe e ci sono tantissimi impegni. Per raggiungere un buon livello fisico e mentale ci vuole una seria preparazione. Non mi aspettavo tutto ciò e ne son rimasto stupito”. Il comparto calcistico è cresciuto notevolmente negli ultimi 20 anni Oltreoceano. “Qui non c’è la cultura del calcio. Il pallone è forse il quinto sport nazionale ma c’è tanta disponibilità economica e la passione della gente sta aumentando tantissimo. Le competenze, la qualità degli insegnamenti e di conseguenza anche le squadre sono forti. La Nazionale Usa sta migliorando e nei prossimi anni potrà dire la sua in ambito internazionale”.
Riavvolgendo il nastro, dopo il diploma ottenuto tra Cesena e Bergamo al liceo scientifico, la sfortunata avventura italiana nel mondo del calcio è terminata per il calciatore cesenate a causa di una pesante pubalgia che nemmeno un intervento chirurgico ha risolto. Croce e delizia, il pallone è stato il mezzo per sbarcare al di là dell’Atlantico e poter studiare. “Ho ricevuto una borsa di studio per alloggio, affitto e retta, senza la quale non si sarei mai potuto permettere i costi elevatissimi che ci sono. Ho usato il calcio per venire negli Usa e ho avuto molte offerte. All’inizio ho scelto Miami e mi son trovato molto bene”. Dentro di sé però l’idea di cambiare vita era già presente da tempo. “Volevo venire qui – sottolinea Gasperoni – perché l’esperienza mi poteva dare tanto dal punto di vista culturale e anche essere utile per imparare l’inglese. Cesena la sentivo stretta. Avevo bisogno di fare altre conoscenze ed esperienze. L’ambizione mi ha spinto ad abbracciare questo percorso accademico e acquisire dopo la laurea il master in Industrial and Organizational of Psychology, titolo accademico riconosciuto in tutto il mondo. Quando ti laurei in una università così importante, puoi andare a lavorare ovunque”.
E pensare che da ragazzo il futuro sembrava già scritto con una importante carriera tra i professionisti in Italia. “Da piccolo ho giocato nel Cesena partendo dai pulcini – ricorda – poi ho fatto tutta la trafila da capitano dei classe 1998 fino alla Primavera. Sono stato anche nella Nazionale italiana U16 e 17 con gente del calibro di Donnarumma, Locatelli e Cutrone. All’Atalanta invece mi sono allenato con Bastoni e il Papu Gomez, solo per citarne alcuni. A Bergamo ho trascorso due anni in Primavera. Il primo è stato fantastico: ho fatto tre panchine tra Serie A e Coppa Italia. Poi l’anno dopo è arrivata la pubalgia che mi ha tenuto fermo per tutta la stagione e mi ha tagliato le gambe”. L’infortunio è stato grande e pesante, “non riuscivo a guarire, mi sono anche sottoposto a un intervento chirurgico per provare a risolverlo ma non sono migliorato. Ho deciso di tornare a Cesena da aggregato alla prima squadra, giocando solo qualche partita con la Primavera. Poi il club è fallito nel 2018 e sono ripartito dalla serie D alla Savignanese. La forma non l’ho trovata e sono sceso in Eccellenza. In questo periodo difficile ho deciso di iniziare a studiare all’università e mi son laureato alla facoltà di Psicologia qui a Cesena, col voto di 101. Poi nel 2020 è arrivato il Covid. In questa fase ho pensato di andare negli Stati Uniti e ho ottenuto il master in Industrial and Organizational of Psychology a Miami, nella costa Est”.
Nella foto qui sopra, Matteo Gasperoni con la mamma Chiara e il babbo Marco
Superato questo primo importante step di due anni trascorsi alla Florida International University, l’asticella si è alzata ulteriormente. “Mi son appena trasferito a San Diego. Ora svolgerò l’ultimo anno di calcio e studio e sto partecipando a un secondo master, quello in Business Analitycs alla Univeristy of San Diego. Ho fatto questa scelta per vedere la West Coast e ampliare il mio bagaglio tecnico e culturale. Qui la squadra di calcio è molto forte”. Le porte del calcio si chiuderanno a breve. “Dopo i campionati del College non penso di proseguire a livello professionistico. Ho fatto qualche allenamento con la seconda squadra dell’Inter Miami e con il Miami Fc (seconda divisione, come la serie B italiana, ndr), affacciandomi al professionismo. Ci son però pochi posti per i giocatori stranieri ed è difficile arrivare in Mls. In seconda e terza divisione non conviene giocare più di tanto dal punto di vista economico”.
Conquistato questo secondo master, si spalancheranno le porte del lavoro. “Cercherò un impiego – afferma Gasperoni – anche se sarà difficile perché ci vogliono aziende ‘sponsor’. Mi piacerebbe continuare nel mondo del calcio come allenatore. Il mio sogno sarebbe lavorare e fare anche il tecnico. Un giorno vorrei valutare su quale delle due vie concentrarmi”. L’ambizione e la voglia di fare non mancano al 25enne romagnolo, “son interessato a migliorarmi e ad apprendere. Vedo il mio futuro nel mondo dello sport in America. La qualità della vita qui è molto alta: l’ambiente mi piace e le opportunità di crescita sono più alte rispetto che in Italia”.
In cerca di un futuro migliore, ogni tanto affiora la nostalgia di casa. “Torno generalmente una volta all’anno a Cesena dai miei genitori Marco e Chiara (foto qui sopra) e da mia sorella Ilaria. Mi mancano molto, anche se mi sono ambientato bene in America. Sono molto affezionato alla mia famiglia e ho un legame molto forte”. Dal punto di vista culinario “in Florida la qualità del cibo non era molto buona. Facevo fatica a trovare verdura e frutta fresca. In Italia ci sono cibi più salutari. Ci tengo molto a mangiare sano e qua non c’è questa cultura”.
Il futuro quindi è tutto nelle mani e nella mente di Matteo Gasperoni che si è creato la sua nuova vita, anche al di fuori del mondo dello studio e dello sport. “Ho vissuto in location molto belle come Miami e San Diego. Il clima è fantastico e sto bene. Ho fatto amicizie importanti, mi son legato al territorio e alle persone. Son sempre alla ricerca di cose nuove”. In fondo al cuore però c’è una fiammella che brucia ancora per il Cavalluccio. “Seguo abbastanza il Cesena. Ho guardato la gara col Lecco e i turni precedenti dei playoff”. Le difficoltà non mancano a causa del fuso orario diverso. “Guardo anche il calcio europeo, ma qua sono 9 ore indietro e faccio fatica a far coincidere gli orari. Mi sono appassionato anche alla Nba – conclude – appena posso assisto alle gare sugli spalti: il livello è bestiale”.