Cesena
“Sospesi”, voci e volti dal lockdown al cinema a Milano
Milano ha accolto calorosamente il documentario “Sospesi”, in sala venerdì scorso al cinema Anteo Citylife, realizzato della regista cesenate Martina Dall’Ara e della casa di produzione Manufactory di Bologna. La 33enne romagnola proprio nel capoluogo lombardo ha trascorso gli anni dell’università, studiando e laureandosi col massimo dei voti all’accademia Naba, dopo essersi diplomata al liceo artistico di Forlì.
La programmazione di “Sospesi” è arrivata a Milano, la sua città adottiva. Che effetto le ha fatto tornare nei luoghi in cui ha coltivato la sua passione?
Tornare a Milano è un po’ come essere a casa. Ho vissuto qui gli anni universitari, quelli più belli. Ho amici che mi accolgono sempre a braccia aperte e proiettare Sospesi al quartiere City Life mi rende molto felice e orgogliosa soprattutto perché condivido con loro questo bellissimo progetto.
In sala erano presenti anche quattro protagoniste. Alcune le ha viste per la prima volta dal vivo.
È sensazionale. Portare il film in giro per l’Italia dà l’opportunità ai vari protagonisti in zona di raggiungermi. Vederli dal vivo e abbracciarli mi scalda il cuore. Continuiamo a sentirci e ad aggiornarci a distanza di oltre tre anni.
Nel 2020, durante il primo lockdown in Italia a causa della pandemia, ha raccolto tramite web le impressioni ed emozioni di oltre 100 italiani all’estero in rappresentanza di 50 Paesi di tutto il mondo. Come le è venuta l’idea?
Il mio animo documentarista si è risvegliato al fine di voler raccogliere un punto di vista alternativo rispetto a quanto stava succedendo. Dopo la Cina, l’Italia è stata la nazione più colpita dall’emergenza sanitaria. Ho sentito un’urgenza, quella di raccogliere quante più esperienze riuscivo: ho appeso una mappa in studio, mi sono auto-ripresa presentandomi e spiegando il mio intento e ho dialogato con tantissime voci italiane dal mondo. Le voci sono poi divenute volti. Da qui è nato Sospesi.
Il suo primo lungometraggio non è stato semplice da realizzare. Quali sono state le maggiori insidie?
Le maggiori difficoltà si sono presentate dopo aver raccolto i materiali, ossia la ricerca di finanziamenti per concretizzare la riuscita del film sul grande schermo e la fase di catalogazione, scrittura e montaggio necessari per poter organizzare 40 ore di girato e arrivare a 90 minuti totali. Provare per credere. Per fare ciò, per fortuna ho avuto al mio fianco un gran bel team di lavoro.
Ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale per questo suo lavoro. Il più importante quale è stato?
Credo che arrivare in selezione a Hollywood, al Los Angeles Italia Film Fashion and Art Festival, sia stato un grandissimo traguardo. Vincere poi al Top Indie Film Awards nella sezione ‘Best Message’ rappresenta il raggiungimento e la coronazione del nostro tentativo di creare un’unica voce da tante, mantenendo puro il loro messaggio.
Dopo gli studi a Milano è tornata in Romagna. Oggi di cosa si occupa?
Mi trovo nella situazione di tanti in provincia: non riesco a vivere di documentarismo e regia, anche se mi piacerebbe tanto ovviamente. Mi occupo attualmente di formazione online, ma cerco come posso di alimentare la fiamma che arde dentro di me.
Quali progetti ha per il futuro?
Amo il cinema del reale, spero di continuare a volare nonostante le intemperie che la vita presenta. Per ora la distribuzione di Sospesi mi impegna… ma si sa, le novità sono sempre dietro l’angolo.
Superata la data milanese, ora per Sospesi si apre il rush finale di stagione con l’appuntamento al cinema Tiberio di Rimini lunedì 20 novembre alle 21.