Torna la rassegna di Apeiron “Le parole per dirlo”

Torna la rassegna “Le parole per dirlo” promossa dall’associazione Apeiron insieme alla pedagogista Alessia Dulbecco.

“Quest’anno è stato scelto come filo conduttore, un tema che ci sembra necessario esplorare e conoscere come parte integrante di un problema, più vasto, che è appunto la violenza nei confronti del genere femminile, in tutti i modi in cui si presenta: il difficile rapporto tra maternità e lavoro – spiegano le organizzatrici -. La violenza di genere, infatti, si mantiene attraverso tanti meccanismi, alcuni dei quali apparentemente non violenti. Uno di questi è l’aspetto economico e professionale. I dati parlano chiaro: le donne, ancora di più quando sono madri, fanno più fatica a entrare nel mondo del lavoro. Il sistema, in nome di una logica performativa, le limita nelle opportunità e le fa sentire in colpa”.

Dialoghi e riflessioni che si svolgeranno online (sul profilo Instagram @apeironodv) dal 23 novembre al 10 dicembre alle 18,30. La prima diretta, domani, sarà con la direttrice comunicazione del quotidiano “La Svolta”, Ella Marciello, che approfondirà le parole con cui viene costruita la narrazione intorno alla violenza di genere.

Il 28 novembre, sarà la volta di Giulia Ganugi, ricercatrice in Sociologia all’Università di Bologna che esplorerà il mondo del lavoro femminile: dalle statistiche emerge che le donne compiono percorsi di studio veloci e brillanti, cosa accade allora quando si mettono a cercare lavoro? Il 1° dicembre sarà ospite Margherita Fioruzzi di MamaChat.org che tratterà delle aggressioni, più o meno esplicite, che ancora molte madri subiscono sui luoghi di lavoro e quali possono essere possibili strategie per farvi fronte. Il 6 dicembre protagonista sarà l’economista Azzurra Rinaldi che presenterà “Le signore non parlano di soldi”: un testo che scardina i tabù che hanno, nel tempo, determinato il rapporto che le donne hanno con la gestione del denaro. Chiuderà il ciclo di appuntamenti l’incontro con Taryn Di Ventura di “Un lavoro per mamma” con cui si approfondiranno nuove visioni attorno alla genitorialità. Fino ad oggi è stata presentata solo come un limite, ma esiste una visione diversa? È possibile pensare alla maternità e alla paternità come risorsa, anche sul luogo di lavoro?