Cesena
Antico incunabolo di papa Pio VI torna a Cesena
Arriva a Cesena un prezioso incunabolo appartenuto al papa cesenate Pio VI Braschi. Si tratta di una Bibbia in latino, in ottimo stato di conservazione, stampata a Venezia nel 1475, vent’anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg.
L’acquisizione, per 20mila euro, di cui 10mila dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cesena e 2mila dall’associazione Amici della Malatestiana, è stata operata dalla Biblioteca dell’abbazia del Monte.
“Sfogliando il catalogo della fiera dell’antiquariato di New York – ha spiegato oggi in conferenza stampa dom Mauro Maccarinelli, abate e appassionato di libri antichi – mi sono imbattuto in questo prezioso volume messo in vendita dalla libreria antiquaria Mediolanum e subito mi sono messo in moto per recuperarlo. Si trattava di un’occasione imperdibile per riportare a Cesena almeno una memoria del cospicuo patrimonio bibliografico appartenuto a Pio VI”.
Per l’abate del Monte non si è trattata di un'”operazione di antiquariato fine a se stessa”, ma di un “evento simbolico che si inserisce in un quadro sostenuto da due colonne. La prima è che la biblioteca è parte integrante di ogni monastero. Al Monte conserviamo 45.500 libri moderni e 1.321 edizioni antiche, di cui sette incunaboli, che confidiamo di sistemare in una sala dedicata. La seconda colonna è rappresentata dalle risorse umane. Da questo punto di vista, la collaborazione con Paola Errani, già responsabile del servizio conservazione della Malatestiana, è per noi di fondamentale importanza. La dottoressa Errani ha catalogato il nostro patrimonio antico e sta per dare alle stampe un volume sulla storia della Biblioteca del Monte”.
Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena Luca Lorenzi ha parlato di “lieto evento che arricchisce il patrimonio culturale della città”, sottolineando che “la fondazione Crc ha ritenuto opportuno sostenere l’acquisto, tenuto conto che il valore culturale e simbolico supera quello commerciale”.
“Con il termine incunabolo – ha ricordato Paola Errani – si indicano i primi libri stampati fra il 1450 e il 1500. Della Bibbia recuperata, sono rimaste solo 26 copie nelle biblioteche italiane e due in Vaticano. La particolarità del volume, composto da 454 carte con legatura in pelle di vitello, è che appartenne a Pio VI Braschi (1775-1799), il cui stemma, impresso in oro, campeggia in copertina. Il papa cesenate collezionava libri antichi e aveva espresso il desiderio di lasciare alla città d’origine la sua biblioteca. Il progetto non andò in porto a causa dell’invasione napoleonica: i volumi più preziosi furono portati a Parigi e altri seimila furono venduti a due librai romani e, nei secoli, presero strade diverse”.
Fra questi ultimi c’è la Bibbia appena riportata a Cesena dopo un approdo, nel Novecento, al Seminario vescovile di New York, come testimonia un timbro. Nelle pagine si trovano anche note a margine lasciate dai proprietari precedenti al pontefice cesenate.
Dell’immenso patrimonio librario di papa Braschi a Cesena rimangono oggi solo sei volumi: tre rientrati nella biblioteca di Pio VII, due acquisizioni più recenti e l’incunabolo appena recuperato, che forse è il pezzo più prezioso di tutti.