Cristina Golinucci e il sostegno della fede a trent’anni dalla scomparsa

Preghiera, vicinanza e speranza. La Chiesa di Cesena-Sarsina, la comunità parrocchiale di Ronta, la città di Cesena si sono unite alla mamma Marisa Degli Angeli e ai familiari di Cristina Golinucci nella celebrazione di oggi pomeriggio a Ronta, nel giardino intitolato alla giovane scomparsa trent’anni fa nei pressi del convento dei Cappuccini di Cesena. “Trent’anni fa, a quest’ora iniziavo a essere in pensiero: perché Cristina non è ancora tornata a casa?”, le parole di Marisa.

La Messa per Cristina è stata presieduta dal vescovo Douglas e concelebrata dal parroco di Ronta don Andrea Budelacci e da fra’ Filippo, della comunità dei frati cappuccini di Cesena. Il coro è stato guidato dal diacono Rino Berlini ‘voci’ erano gli amici di Cristina che a Ronta era cresciuta e frequentava la comunità parrocchiale. Quell’1 settembre 1992 aveva 21 anni: da Ronta partì con la sua Fiat 500 color carta da zucchero in direzione convento dei cappuccini, a Cesena. Lì aveva appuntamento con il suo padre spirituale. Lì venne ritrovata parcheggiata la sua auto, ma di lei si persero del tutto le tracce. Un silenzio che ha continuato a urlare nel cuore della mamma Marisa, di babbo Giovanni fino a quando ha avuto vita, della sorella Stefania, dei familiari e di tanti amici. A distanza di tempo vennero fatte ricerche con l’utilizzo di strumentazioni specifiche in tutta l’area del convento, senza esito.

“È questo un momento di raccoglimento e di fede, da vivere insieme a Marisa, ai familiari e ai tanti che si sentono coinvolti nella vicenda della scomparsa di Cristina”, le parole del vescovo Douglas all’inizio della Messa celebrata nel giardino per Cristina, tra le case del borgo di Ronta, sotto a un cielo in parte terso e in parte con nuvole di pioggia. È piovuto questa mattina, così come pioveva 30 anni fa.

La riflessione di monsignor Regattieri è stata incentrata sulla prima lettura e sul Vangelo di san Luca: “Quando Pietro dice a Gesù che è inutile gettare di nuovo le reti perché così hanno fatto tutta notte e non hanno pescato nulla, esprime tutta la sapienza del mondo, che non è quella cristiana. È quella di chi si gonfia, è superbo e orgoglioso, guarda gli altri dall’alto e pensa di essere chissà chi. È un atteggiamento diffuso nell’uomo. Ma poi Pietro continua: ‘Sulla tua Parola getterò le reti’. Pietro scende dal suo piedistallo, si fida di Dio, si sente da lui amato: ‘Se dice questo, è vero’. E in effetti pesca tanto. A quel punto Pietro si getta ai piedi Gesù: ecco l’uomo umile, consapevole delle proprie debolezze e fragilità. E si inginocchia”. “Ecco – ha concluso il vescovo – la sapienza cristiana che si scontra con quella del mondo. L’invito è certo di essere preparati nella nostra vita e nelle nostre professioni, ma se veramente vogliamo incontrare Gesù dobbiamo piegare le ginocchia come ha fatto Pietro, gettarci tra le sue mani e fidarci del suo amore”.

Tanta la partecipazione alla Messa e al momento di ricordo e vicinanza che ne è seguito. Sono parole di gratitudine quelle di mamma Marisa:Vedo che Cristina è nel cuore di tanti, e di questo ringrazio tutti. In particolare il vescovo, l’amministrazione comunale e le istituzioni, a cui ancora mi rivolgo con fiducia perché il caso non venga abbandonato. Non è facile vivere questo non sapere. Credo che Cristina non ci sia più, ed è durissimo il pensiero che mi accompagna di non esserle stata accanto nel momento in cui ne aveva bisogno”.

Il pensiero di Marisa è per don Ettore Ceccarelli, allora parroco di Ronta, deceduto nell’autunno scorso. “Ogni anno, l’1 settembre ha celebrato Messa per Cristina – le parole di Marisa -. Don Ettore mi diceva di rivolgermi a nostro Signore:Tiragli par la sacòna’. La fede mi ha aiutato molto in questi trent’anni e mi fa stare vicino a chi è già accanto al Signore. E mi aiuta a dire: “Sia fatta la tua volontà”.

Marisa è tra i fondatori di Penelope, associazione nazionale che riunisce familiari e amici di persone scomparse, di cui nei mesi scorsi a Roma è stato celebrato il ventennale. “Dal buio che si vive nel perdere così una persona cara, è nata la luce di Penelope. Credo davvero che la mia Cristina sia rinata con Penelope, a sostegno di tante famiglie che hanno ritrovato anche solo e purtroppo un cadavere. Fino a quando non c’è un cadavere, si vive in sospensione, non si elabora mai del tutto il lutto della perdita. Cristina questa mattina ha dato un suo segno con la pioggia. E ora ci accompagna con questo sole”.

A conclusione della celebrazione, le parole del sindaco Enzo Lattuca, presente assieme al vicesindaco Christian Castorri e all’assessore Carmelina Labruzzo, sono state di vicinanza: “La vicenda di Cristina è una ferita per Ronta e per la nostra comunità. L’assenza di verità, il dolore e il vuoto di questa famiglia ha condizionato la città e ha finito per pesare anche sulla comunità dei frati cappucciniIl suo dolore è un dolore per la città tutta”. E anche Lattuca ricorda don Ettore: “Ero bambino e ricordo bene con quale delicatezza, in parrocchia, ci parlava di questa vicenda”. Infine, parole di gratitudine per lo spirito di resilienza che Marisa ha dimostrato in trent’anni di attesa della verità: “Una forza e un impegno, quello da te dimostrato, che vanno oltre la situazione personale e si è messo a servizio di tante famiglie che hanno vissuto la perdita di un proprio caro. Questo tuo spenderti è un insegnamento per ciascuno di noi a vivere con senso di comunità: le persone ci devono interessare. Sempre. E sempre ti garantiamo vicinanza nella ricerca della verità”.