Il cardinale Ratzinger a Cesena: “Mi colpì la sua lucida analisi della società di allora”

Si intitolava “Società dei consumi e speranza cristiana” e quell’incontro pubblico – la sera di giovedì 4 febbraio 1988 al teatro “Bonci” di Cesena – segnò l’unica presenza in città dell’allora cardinale Joseph Ratzinger. Allora cardinale, poi Papa e, dall’11 febbraio 2013 (con effetto dal 28 febbraio) Papa emerito in seguito alle sue dimissioni.

L’incontro fu promosso dal Comitato di Collegamento dei Cattolici, organismo che riuniva le espressioni del laicato diocesano, e dalla commissione diocesana per la cultura. Il Corriere Cesenate ne pubblicò un resoconto a cura del professor Stefano Salvi nell’edizione del 13 febbraio 1988 (il giornale costava 800 lire). Nella foto la prima pagina di allora, con la fotografia di Gian Angelo Sirotti in cui si riconoscono, accanto al cardinale Ratzinger, monsignor Walter Amaducci, Arturo Alberti, il vescovo Luigi Amaducci e don Piero Altieri.

Tra i circa mille partecipanti all’incontro al comunale vi era un giovane Stefano Togni, di Sant’Egidio di Cesena. 

In questi giorni di lutto e di ricordo “ritorna alla memoria la prima occasione in cui al teatro “Bonci” ascoltai le parole dell’allora cardinale Joseph Ratzinger – sono le parole di Togni – in un incontro promosso dalla Scuola di cultura, organizzato da quello che allora era il Comitato di Collegamento dei Cattolici. Rimasi colpito dalla lucida analisi della società di allora, con la crisi delle ideologie imperanti e il fallimento delle derive esistenziali, attraverso l’uso delle droghe o il ricorso a formulazioni di idee legate al terrorismo politico. La relazione dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede fu accorata e seguita con partecipe ascolto”. 

La riflessione di Togni si sposta agli anni del pontificato di Ratzinger: “Quale emozione ritrovarlo, dopo il lungo pontificato wojtyliano, a succedere al Papa polacco nella guida della Chiesa. Credo che il suo sia stato un magistero pieno di sapienza e di spessore teologico. Ricordo in particolare le riflessioni sulle sue tre encicliche dedicate alle virtù teologali, fede, speranza e carità, e i tre libri sulla figura di Gesù. Cercò il dialogo con tanti esponenti delle religioni e si confrontò con il mondo intellettuale approfondendo il collegamento tra fede e ragione. Rimasi colpito dal suo tratto amabile, pieno di fermezza e al contempo di dolcezza: lasciava trasparire una grande nobiltà dell’anima”.                                                                                      

È dell’11 febbraio 2013 l’annuncio della rinuncia al ministero petrino di papa Ratzinger: “Mi lasciò attonito, così come il mondo intero – prosegue Togni -. La pregnanza di questo gesto, inedito nella storia recente della Chiesa, si può comprendere solo nel corso del tempo trascorso fino a oggi, quando per quasi dieci anni, come vigile custode ha accompagnato la Chiesa dal Monastero Mater Ecclesiae, alla sommità dei Giardini Vaticani. La figura del Papa emerito, nel nascondimento e nel silenzio, ci parla del bene spirituale che la preghiera produce e costituisce tesoro da cui attingere per il nostro personale cammino. Il congedo da questo mondo, con le parole rivolte al Signore ‘Gesù, ti amo’ mi hanno emozionato. Ringrazio Dio per il dono grande di questo Pontefice, ‘umile lavoratore nella vigna del Signore’, come si definì all’inizio del Pontificato il 19 aprile 2005”.

E fa riflettere anche il giorno di morte di papa Ratzinger: “Nell’ultimo giorno dell’anno, la notizia della morte del Papa emerito Benedetto XVI è quasi suggello simbolico di un percorso lungo di vita, nel momento in cui anche il tempo civile segna la conclusione di un’altra tappa di vita”.