Cesena
Mani tese e ascolto. L’attività degli educatori di strada tra i più giovani
«Gli adolescenti hanno un forte bisogno di essere ascoltati. Nessuno, tra quelli che abbiamo contattato, ha rifiutato il dialogo o ci ha voltato le spalle». Dalle parole di Federica Fantozzi, dell’Educativa di strada Asp, emerge un’urgenza del mondo giovanile: trovare qualcuno di cui potersi fidare. E a cui, eventualmente, affidarsi.
Il lavoro svolto in zona stazione dagli operatori dell’Educativa di strada e del presidio giovanile “Ciacarè” (attivo da maggio scorso) è stato al centro di una conferenza stampa tenutasi questa mattina in Comune a Cesena, alla presenza degli operatori Asp e del progetto Giovani.
«Queste attività vogliono creare dei legami – ha spiegato Chicca Labruzzo, assessora alle politiche giovanili -. Nel corso della settimana l’incontro con gli operatori è un appuntamento atteso, i ragazzi sanno che sono lì per loro. Serve comunque un tempo lungo, per innestare relazioni che lascino traccia».
L’attività può contare come partner in Ciacarè anche l’associazione Pellicano (Binario 5) e la cooperativa sociale Cils, impegnate in attività di pre-scuola e dopo scuola. Certo non è tutto rose e fiori, per questo tra i fiancheggiatori dei progetti figurano pure Polizia locale e forze dell’ordine. «Ma oggi siamo qui per parlare del lato educativo dell’approccio» ha sottolineato l’assessora Labruzzo.
Secondo i dati presentati, nell’area stazione gravitano una quarantina di ragazzi dai 15 ai 25 anni, in parte italiani e in parte stranieri, con un 30 per cento di presenza femminile: «Hanno scelto di “fare proprio” quel luogo, mentre altri gruppi hanno preferito il parco ippodromo o aree verdi in centro – ha chiarito Fantozzi -. Le loro problematiche sono varie e tipiche dell’adolescenza».
L’Educativa di strada (diversa dalla “vecchia” animazione di strada) si propone di conoscere i problemi e i bisogni dei più giovani, prevenire i comportamenti a rischio, potenziare l’aggregazione e aumentare il senso di appartenenza e responsabilità, individuale e collettiva.
Ovviamente i ragazzi non possono essere “badati” in continuazione. Ma gli effetti positivi già si notano dalle piccole cose: «In zona Cubo non ci sono più cartacce per terra neanche a cercarle» ha evidenziato Luca Stringara, responsabile progetto giovani.
Merito anche di diversi progetti: dal “calcio di strada”, dal lato sportivo, allo “Street hub” per quello artistico: «Abbiamo coinvolto ragazzi di 15-16 anni facendoli collaborare con coetanei di San Martino in fiume. Italiani e stranieri, di quartieri diversi, si sono avvicinati nel nome della musica, per poi esibirsi un paio di mesi fa al Magazzino Parallelo».
Altre attività bollono in pentola: «Come amministrazione abbiamo investito sull’educazione di strada e continueremo a farlo – ha rimarcato l’assessora Labruzzo -, anche partecipando a bandi specifici».
Tutte queste attività sono osservate dall’Università di Bologna, che valuterà l’operato dei diversi soggetti: «Non è così scontato per un ente pubblico – ha concluso Stringara -. Noi piantiamo semini nel territorio e, allo stesso tempo, altri li mettono in noi».