Cesena
La domenica mattina al “Bufalini”. Il mandato ai ministri dell’Eucaristia
“Anche questo è di certo un miracolo di don Giancarlo”. Così dice don Fiorenzo Castorri, cappellano all’ospedale “Bufalini”. Il riferimento è ai ministri straordinari dell’Eucaristia che dal giugno scorso ogni domenica aiutano il sacerdote per distribuire la Santa Comunione ai ricoverati e al personale che costituiscono la particolare parrocchia del “Bufalini”, quasi duemila persone in tutto. E il don Giancarlo citato è don Giancarlo Bertozzi, cappellano all’ospedale di Cesena per lunghi anni, in odore di santità.
L’appello era partito dalle pagine del nostro giornale (cfr pag. 17 del n. 23 del 17 giugno scorso). Alla richiesta di disponibilità di don Castorri hanno risposto in 25, tra ministri straordinari, accoliti e diaconi. Ogni domenica mattina si alternano in otto. Il cappellano prepara lo schema (vedi foto sotto) una sorta di formazione con la quale distribuisce i vari incarichi, reparto per reparto, nei 19 in cui è suddiviso l’ospedale. “L’importante è essere vaccinati – aggiunge il don -. Qui siamo sotto il controllo della Direzione sanitaria che fornisce anche i camici bianchi per tutti. Il personale è avvisato della nostra presenza e del nostro passaggio nelle diverse corsie. Adesso andiamo anche nel nuovo Pronto soccorso, dove spesso so trova gente che vi trascorre l’intera giornata. Domenica scorsa, per lo svolgimento della gran fondo Nove Colli, purtroppo c’è stato un grande afflusso”.
“Loretta – dice don Fiorenzo a una volontaria – tu stamattina vai nei tre reparti della Geriatria. Mi raccomando: distribuisci solo un pezzettino di particola e attieniti alle indicazioni che ti danno le infermiere. Tu Antonietta andrai in Ostetricia e in neurochirurgia. Vedrai che molte mamme chiederanno la Comunione”.
Don Fiorenzo ha un’indicazione per tutti. Distribuisce anche un piccolo block notes e una penna per eventuali appunti da riferire al ritorno. “È un bell’esercito – prosegue il sacerdote -. Un piccolo esercito che si mette a servizio”. Poi finito il servizio in ospedale, dice Mauro Bonacci, “andiamo in parrocchia dove ci aspettano alcuni anziani che visitiamo ogni domenica”.
Don Fiorenzo ha un regalo per ognuno, il libretto scritto da don Mario Morigi, “I ministri straordinari della Santa Comunione”, di cui raccomanda la lettura attenta. “Se qualcuno dice che non può fare la Comunione perché non si confessa da tempo, proponetegli di farla lo stesso e di confessarsi al più presto da me. In ogni caso, non insistete”.
“Parlate con gli ammalati prima che facciano la Comunione, così potete creare un buon clima. Dopo, lasciate che chi si è comunicato possa stare con Gesù e parlare con Lui”, precisa don Fiorenzo che poi chiama tutti e invita a una preghiera insieme con la quale dà una sorta di mandato ad andare tra gli ammalati.
Il rientro dei ministri straordinari in cappella, dove li aspetta don Fiorenzo, che li ha seguiti recitando il Rosario. Qui ascolta i loro racconti, un altro momento molto intenso. “In Ostetricia – dice il diacono Luciano – ci sono dei sorrisi grandi così. È bellissimo andare in quel reparto”. “Ho detto una preghiera con alcuni ammalati – riferisce Silvia – che chiedevano una benedizione”.
“Dico sempre ai ministri straordinari: portate Gesù a Gesù in croce, perché molti qua, in particolare in alcuni reparti difficili, si vede proprio il Gesù sofferente. Quando noto qualcuno un po’ in difficoltà per il passaggio del sacerdote, soprattutto tra il personale, dico che porto una benedizione per i loro figli. E davanti al ricordo dei figli, tutti si sciolgono”.
“Ho visto correre molto le infermiere – racconta Loretta al rientro in chiesa – in Geriatria e in lungo degenza”. “In Psichiatria è stato bello”, aggiunge Nazario che lascia una consegna per il don. “In Ostetricia abbiamo lodato il Signore”, riporta la sua testimonianza anche Antonietta, medico in pensione.
Nel reparto Covid si reca don Fiorenzo, come fa da tempo. “Ci sono due ricoverati in Terapia intensiva e quattro nel reparto ordinario. Preghiamo anche per loro. Alcuni stanno facendo veramente fatica”. C’è un pensiero per ciascun ammalato, in questa domenica mattina scandita dall’ordinaria drammaticità che si vive al “Bufalini”, tra gioie e dolori, tra cura della salute e malattia.