Uno sguardo sulle donne nell’Antico testamento

Qual è il ruolo della donna nel piano di Dio? Una domanda non da poco, affrontata da Pietro Pierantoni nel libro “Le donne di Israele. L’emancipazione femminile nell’Antico Testamento” (Edizioni San Lorenzo), da pochi giorni in vendita nelle librerie e online.

Un libro che entra in punta di piedi nel dibattito, quanto mai attuale, sulla parità di genere e l’emancipazione femminile tornando alle radici lontane della cultura cristiana, per riscoprire il rapporto tra i due sessi senza i condizionamenti culturali successivi.

Il volume di Pierantoni (nato a Cesena e insegnante di religione) può contare sulla presentazione di Ferruccio Ceragioli (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale), una prefazione di Emanuela Buccioni (teologa e biblista), una postfazione di Claudio Micaelli (Università di Macerata) e una nota conclusiva del vescovo di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri su “Ad Christi matrem caesenates currite gentes”.

Pierantoni dedica pagine alle figure più conosciute del vecchio testamento, da Eva a Sara, da Rebecca alla regina di Saba, passando per Dalila, a quelle meno conosciute come la profetessa Culda o Betsabea.

In Israele, duemila e più anni fa, la donna era subordinata all’autorità maschile. Ma da questa tradizione si dissocia apertamente Gesù, che interpellato sul ripudio della moglie richiama il progetto di Dio secondo il quale l’uomo e la donna sono uniti alla pari nel vincolo dell’amore.

“Dai ritratti femminili estrapolati dall’Antico Testamento e menzionati nel saggio – spiega l’autore – si vede come la donna, nonostante la mentalità maschilista e patriarcale l’avesse circoscritta a una posizione subordinata agli uomini, abbia rivestito un ruolo fondamentale all’interno della società giudaica e, in senso religioso, nella storia della salvezza del popolo ebraico”.

Il libro vuole rendere omaggio a tutte loro, spingendo a riflettere sui piani di Dio per il suo popolo. E per far luce, usando una citazione presente all’inizio del volume, usa “il sorriso delle donne” senza il quale “il mondo sarebbe eternamente buio”.