Cesena
Il Museo archeologico svela i suoi spazi
Un po’ di fantasia et voilà, il futuro Museo Archeologico svela i suoi spazi. Grande interesse ha riscosso ieri pomeriggio la passeggiata guidata al nuovo allestimento, all’interno del quattrocentesco braccio malatestiano dell’ex convento dei francescani. Si è trattato del primo appuntamento di un ciclo di incontri rivolti alla cittadinanza, in attesa della pubblicazione del bando per l’aggiudicazione delle opere (previsto per il primo semestre) per un investimento pari a 2.890.000 euro, con la previsione di inaugurarlo entro il 2026. A guidare i curiosi sono stati il progettista ravennati Paolo Bolzani, l’assessore alla cultura Carlo Verona e Dimitri Degli Angeli del Gruppo archeologico cesenate.
Molto suggestivo è il nuovo accesso: non più all’interno del chiostro di San Francesco, bensì da piazza Bufalini, tirando così fuori dall’oblio il bel giardino affacciato sull’Aula del Nuti. Ci si immergerà nel percorso di visita lungo il corridoio Comandini, dove sarà collocata la reception. Sarà un museo per tutti. “L’abbattimento di ogni barriera fisica e cognitiva, grazie all’utilizzo di rampe e nuovi percorsi orizzontali e verticali, consentiranno pari accessibilità – ha sottolineato l’architetto Bolzani -. L’obiettivo è non lasciare mai solo il visitatore, evitando il senso di smarrimento che spesso si prova nei musei, soddisfando ogni sua curiosità”.
Sempre per quanto riguarda l’aspetto tecnico, la nuova struttura sarà caratterizzata da pavimenti rialzati di tipo galleggiante, sotto i quali saranno collocati l’impianto di riscaldamento, raffrescamento, deumidificazione, di ventilazione. La temperatura sarà costantemente monitorata per evitare danni al tesoro custodito al piano di sopra, l’Aula del Nuti.
Il museo accoglierà un’accurata selezione dei più interessanti reperti archeologici rinvenuti a Cesena e nei territori vicini, costituendo un vero e proprio viaggio nel tempo, dal Neolitico all’Umanesimo, articolato in undici sezioni. Si va dal mosaico pavimentale della ‘pantera’, rinvenuto nel 2017 in via Strinati, alla statua muliebre di Borello, fino ai preziosi ‘Missoria’ argentei, tra i più raffinati pezzi di oreficeria tardo-antica. Nel pavimento saranno collocati i mosaici di via Tiberti: una soluzione che ottimizza gli spazi e nello stesso tempo valorizza e tutela i reperti consentendone la vista nella posizione originale.
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