Cesena
Alla scoperta della “Agorà di Cesena”
In principio fu il Garampo: nel sottosuolo alle pendici della sommità del colle, situato a pochi metri dal cuore del centro storico, si celano 2mila anni di storia di Cesena. Qui lo scorso anno sono ripartite le ricerche archeologiche, finanziate dal Ministero della Cultura e condotte grazie a un accordo tra Soprintendenza e Comune, che hanno riportato alla luce, tra gli altri, un importante asse stradale risalente al XIV secolo. Una scoperta che ha attirato grande interesse da parte dei cittadini che, numerosi, oggi sono accorsi alle due visite guidate al cantiere di scavo organizzate dalla Soprintendenza.
La passeggiata è stata anticipata da un incontro al Museo archeologico condotto dalla funzionaria archeologa Romina Pirraglia. “Il Garampo è l’acropoli di Cesena — ha affermato Pirraglia citando Maria Grazia Maioli, archeologa emerita della Soprintendenza dei beni archeologici di Bologna che a lungo si occupò del ritrovamento —. È il fulcro originario dell’abitato di Cesena, luogo cruciale del suo sviluppo e trasformazione, da cui è partita la centuriazione. Con l’arrivo dei Malatesta, il baricentro della città verrà spostato più in basso per garantire una migliore difesa della città”.
Oltre a ripercorrerne le vicende archeologiche, Pirraglia ha inoltre illustrato ai presenti i reperti emersi nelle varie campagne di scavo. Tutto partì nel lontano 1993, dopo i primi sondaggi archeologici effettuati a seguito della decisione di realizzare qui un parcheggio interrato. In seguito, gli scavi del 2005, quelli dal 2006 al 2009 e poi nel 2012 condotti dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, avevano portato ad acquisire importanti informazioni: dal passato preromano (la prima Cesena degli Umbri, tra IV e III secolo a. C.) fino al Medioevo e al Rinascimento, passando per l’età romana a quella tardo-antica (il Castrum di Cesena, V-VI secolo d. C).
Le ricerche in corso danno particolare rilievo al periodo tardo-antico e medievale, quando il colle divenne dapprima un’importante piazzaforte a protezione delle strade che conducevano a Ravenna, sede degli imperatori d’Occidente, poi addirittura il centro della città medievale. Durante la passeggiata i ritrovamenti sono stati illustrati dagli archeologi Claudio Negrelli, Roberto Rizzo e Melissa Della Casa di Phoenix Archeologia. Per l’occasione, sul posto sono stati installati due pannelli illustrativi realizzati da Francesca Zamborlini.
Anche il destino di questo tesoro riemerso dal passato è, ahimè, quello di venire interrato, al fine di salvaguardarlo. Negli anni ’90 fu lanciata l’ambiziosa idea di realizzare qui un parco archeologico, poi nel tempo accantonata. Utopia?