Cesena
Politiche scolastiche d’integrazione alla scuola “Carducci”
Un progetto-pilota a più livelli per promuovere il senso di comunità fra i bambini e le famiglie della scuola primaria “Carducci” a Cesena. È stato presentato oggi alla stampa il percorso, appena avviato, “La scuola è la città: laboratorio aperto di competenze cortesi”.
«Il progetto viene da lontano – ha spiegato il dirigente del 3° circolo didattico Enrico Flamigni -. Cinque anni fa, nei miei primi colloqui con i genitori, mi fu segnalata la mancanza del senso di appartenenza a una comunità. Nel corso delle recenti migrazioni, 150 famiglie di origine straniera, in particolare africana, con 198 minori a carico, hanno trovato casa nel quartiere. Ciò ha determinato un incremento della presenza di alunni stranieri. L’eterogeneità della popolazione scolastica non riguarda solo la “Carducci”, ma da qui volgiamo affrontare con ottimismo questa sfida, intervenendo sia sui bambini, sia sulle famiglie».
Per il progetto sono stati messi in campo 400mila euro. Di questi, 360mila euro vengono dal bando del 2022 “Vicini di scuola”, promosso da “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per contrastare i fenomeni di segregazione scolastica. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria (Acri), il Forum nazionale del Terzo settore e il Governo. I rimanenti 40.000 euro vengono dalle casse comunali. Grazie a queste risorse, le aule della “Carducci” diventeranno un vero e proprio hub educativo per minori, famiglie, insegnanti e cittadini, capace di ospitare percorsi mirati sull’accoglienza, il coinvolgimento, la riqualificazione degli spazi comunitari, l’outdoor, la peer education. Il percorso durerà tre anni e, in seguito, si affiancheranno le primarie “Don Baronio” e “Saffi”.
«La scuola “Carducci” è una straordinaria fucina pedagogica – ha detto Nadia Fellini della cooperativa sociale Controvento, capofila dei vari soggetti del terzo settore che collaborano al progetto -. È un luogo di sperimentazione che mira a tessere relazioni e legami con il territorio per costruire comunità e sviluppare il senso di cittadinanza».
«Le iniziative sono partite da poche settimane – ha aggiunto Martina Montalti della Cooperativa sociale Cils – ma già abbiamo registrato il grande entusiasmo dei bambini, per proposte alternative alle lezioni frontali, e dei genitori, questi ultimi già impegnati in laboratori di orticoltura e cucina».
«Aiutiamo i partner in questo lavoro – è intervenuta Barbara Monachesi dell’associazione Apeiron – a decostruire gli stereotipi, allestendo uno spazio per l’accoglienza dei genitori all’interno della scuola».
Al progetto collabora anche il Dipartimento di Psicologia dell’Alma Mater Studiorum di Bologna. «L’Università – ha spiegato Franca Magnani, coordinatrice del corso di laurea magistrale in Psicologia scolastica e di comunità – assume un ruolo di valutatore esterno del progetto. Non intendiamo dare voti, ma contribuire in corso d’opera a migliorare eventuali criticità riscontrate».
Carmelina Labruzzo, assessora ai Servizi per le persone e le famiglie, ha ricordato la figura del pedagogista Andrea Canevaro, considerato il padre fondatore dell’integrazione scolastica in Italia. «Oggi – ha detto – si realizza il suo progetto di “bottega della salute”, un luogo in cui si sta bene, dove tutti si pongono in modo cortese. In questo progetto di integrazione la comunità educante si prende cura dei piccoli e delle famiglie, in un patto di comunità e di corresponsabilità educativa, in cui ciascun attore mette del suo».
«L’iniziativa – ha tirato le somme il sindaco Enzo Lattuca – è difficile da raccontare. È il frutto di un lungo percorso e sarà realizzata nel tempo. Non è a sé stante ma si inserisce nelle politiche scolastiche avviate nel corso di questi anni dall’Amministrazione comunale d’intesa con le dirigenze scolastiche». Per Lattuca «investire nella scuola non significa solo edifici e servizi accessori, ma anche inclusione dei bambini che provengono da altri Paesi e culture».
Il sindaco ha poi ricordato che «l’apertura di una delle cinque nuove sezioni di nido ha portato maggiori iscrizioni nella scuola dell’infanzia e alla primaria, anche fra gli italiani. Il lavoro svolto nel corso di questi cinque anni ha prodotto un’evoluzione positiva rispetto alla narrazione negativa che si era generata intorno alla scuola “Carducci”. Credo che questo progetto, assieme a tanti altri che riguardano gli spazi interni ed esterni, sia il coronamento di un percorso che mette la scuola sempre più al centro della città».