Cesena
Presentati “Cittadini al centro”, un terzo polo civico in salsa cesenate
«So che questa partita è come Real Madrid-Cesena. Noi siamo il Cesena. E giochiamo a Madrid. Ma vogliamo vincere». Così il candidato a sindaco di Cesena Marco Giangrandi ha presentato questa mattina alla stampa “Cittadini al centro”, coalizione che comprende la “sua” Cesena siamo noi, la civica Cambiamo e Italia viva.
Nella nuova sede di Corso Mazzini 25, proprio di fronte alla sede del Pri, erano presenti come relatori, in maniera equanime, due esponenti per lista: Denis Parise e lo stesso Giangrandi (Cesena siamo noi), Luigi Di Placido e Andrea Rossi (Cambiamo), Annalia Bianchi e Tommaso Pirini (Italia viva).
Tanti i temi trattati da Giangrandi, che saranno illustrati nel dettaglio nelle prossime settimane. Dall’emergenza abitativa («Un problema grave per tutte le fasce d’età è l’accesso alla casa. I giovani universitari non riescono a restare qui e il flusso migratorio è piatto. Mi impegno a recuperare in dieci anni almeno il 10 per cento degli alloggi inutilizzati, senza consumare suolo, in interlocuzione tra pubblico e privato») alla manutenzione di un territorio «che abbiamo scoperto fragile».
Bianchi (Iv) si è soffermata sull’attenzione per la Cultura «bisogna cambiare passo, innovare. La cultura deve essere partecipata non solo fruita». Tra le idee, la valorizzazione della Rocca e un mecenatismo culturale con vantaggi fiscali per i privati che collaborano con il pubblico (grazie all’art bonus voluto dall’allora Governo Renzi), oltre ai fondi europei da intercettare.
Andrea Rossi (artefice di uno storico ballottaggio nel 2019) pensa invece al “Distretto della felicità”. «Un concetto che avrò modo di illustrare più avanti. Dico solo che l’attenzione alla famiglia, all’ambiente e alla felicità non è in contrasto con le dinamiche di impresa. Tutt’altro, se ne parla sempre di più anche nei Consigli di amministrazione. E le società più attente alla sostenibilità pagano meno tassi alle banche. In attesa del 2050, e di nuove energie pulite, possiamo gestire la transizione con molti nuovo verde. La CO2 non si riduce solo limitando il parcheggio delle auto, piuttosto piantando alberi».
Per Denis Parise (Csn) «non abbiamo mai fatto fanatismo ambientale. Dobbiamo però essere incisivi su questi temi, che vedono tanti piani solo a parole. Bisogna ripensare il piano urbanistico per densificare e ripensare a quali case fare, non solo quante. C’è bisogno poi di un urban center che sia una vera casa di vetro, penso all’ex Pescheria ad esempio, per far conoscere a tutti i progetti del Pnrr e non solo che cambieranno questa città».
L’intervento di Tommaso Pirini (presidente provinciale Iv) è stato sugli Stati uniti d’Europa, valore condiviso tra le diverse compagini: «Dobbiamo intervenire nell’Unione europea per la revisione dei trattati, con istituzioni elette dai cittadini». Da Pirini, che è anche presidente di Quartiere, è arrivata una stilettata su questi istituti di partecipazione: «si sono ridotti a organizzatori di piccoli e medi eventi, togliendo il ruolo alle associazioni che devono organizzarli. I Quartieri devono fare politica, lasciando gli eventi alle associazioni. Non devono essere il megafono dell’amministrazione comunale».
Luigi di Placido (Cambiamo) ha espresso l’auspicio che le tre liste siano «un veicolo per riportare i cittadini a fare politica. Mentre sarebbe il caso che la politica non la faccia chi è stato scelto dalla politica stessa ad amministrare la cosa pubblica». Il riferimento è all’amministratore unico del Mercato ortofrutticolo e alle polemiche social sul candidato Giangrandi, cosa che ha spinto i consiglieri comunali di Cambiamo e Cesena siamo noi a chiederne le dimissioni al sindaco.
Di Placido poi ha sottolineato come il territorio debba essere amico delle imprese: «Da quanto tempo non si insediano aziende di un certo livello nel nostro territorio? Anche perché non siamo mai riusciti a superare lo snodo, importante, dei 100mila abitanti. Mentre tante imprese di imprenditori cesenati si sono insediate nei Comuni vicini. Maggiori insediamenti produttivi vogliono dire maggiore ricchezza, più entrate per il Comune e dunque più risorse per fronteggiare esigenze crescenti. Il nostro territorio, una Bmw che è sempre andata in prima o seconda, deve cambiare marcia».
Sui risultati attesi alle urne, a parte un’auspicata vittoria al primo turno, Giangrandi dice di «Non aver fissato un’asticella minima. Questo gruppo è nato relativamente da poco e non vale la semplice somma dei voti presi in passato. Abbiamo molti stimoli positivi dalle persone che incontriamo».
Più pragmatica la risposta di Andrea Rossi: «Vogliamo risultare la prima forza di opposizione al Pd e poi vincere al ballottaggio».
Che i “Cittadini al centro” arrivino a governare o meno, l’idea di fondo è quella di continuare a collaborare comunque in modo stretto: «stiamo costruendo per il medio-lungo termine» ha concluso Annalia Bianchi.