Matteo Bussola incontra gli studenti di Gatteo e di Savignano sul Rubicone. L’intervista

Il 19 febbraio l'autore sarà al teatro Moderno per un incontro aperto al pubblico

Matteo Bussola

Il noto fumettista e scrittore, titolare della rubrica Non mi capisci, in onda il sabato su Radio24, autore del best seller “Notti in bianco, baci a colazione”, che lo ha reso famoso, e di tanti altri, incontrerà gli studenti dell’Istituto di istruzione secondaria superiore “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone martedì 18 febbraio e sarà presente poi al Gruppo di lettura d’istituto, mercoledì 19 febbraio si ritroverà anche con gli studenti dell’Istituto comprensivo di Savignano e con quelli del Comprensivo di Gatteo giovedì 20 febbraio. Per il pubblico l’appuntamento sarà invece il 19 febbraio alle 21 al teatro Moderno di Savignano sul Rubicone.

L’autore di best seller incontrerà gli studenti delle scuole superiori e degli istituti comprensivi

Se tuo figlio non ti piace è, più o meno, una buona notizia. E questo è un avviso per i genitori smarriti dell’epoca del Covid e di Tiktok e della società “gassosa”. Un assist ai padri che la modernità ha illuso con la concessione del congedo di paternità obbligatorio ma che nessuno, poi, sa dove metterli. Come scrive, al termine del secondo capitoletto del suo romanzo “La neve in fondo al mare”, Matteo Bussola, in uno dei pochi passaggi autobiografici del libro “una donna che sta per diventare madre la vedi subito, la pelle che cambia, i capillari che si dilatano, le forme che si arrotondano, mentre un uomo che aspetta un figlio non lo riconosci da niente. Non dal suo aspetto, dal colorito o dall’odore della pelle. Non viene fermato per la strada per sapere come sta, a quale mese siamo?”.

Bussola, titolare della rubrica Non mi capisci, in onda il sabato su Radio24, autore del best seller “Notti in bianco, baci a colazione”, che lo ha reso famoso, e di tanti altri, incontrerà gli studenti dell’Istituto di istruzione secondaria superiore “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone martedì 18 febbraio e sarà presente poi al Gruppo di lettura d’istituto, mercoledì 19 febbraio si ritroverà anche con gli studenti dell’Istituto comprensivo di Savignano e con quelli del Comprensivo di Gatteo giovedì 20 febbraio. Per il pubblico l’appuntamento sarà invece il 19 febbraio alle 21 al teatro Moderno di Savignano sul Rubicone. Adolescenti e giovanissimi che hanno letto i suoi libri e attendono con grande interesse di incontrarlo di persona.

Una generazione da raccontare con empatia

Bussola, perché tanta attesa?

Nel corso della mia vita di scrittore mi sono trovato di fronte a tantissimi ragazzi e ragazze che attraverso i miei libri si sono sentiti “visti”. Uno dei compiti principali che credo abbia uno scrittore è quello di dare voce soprattutto a chi la voce sente di non averla. Nella mia trasmissione su Radio 24 ho modo di ascoltare molti adolescenti. L’impressione è che questa sia una generazione che ha bisogno di essere vista e raccontata non solo attraverso il linguaggio clinico della pedagogia o della psichiatria ma attraverso il linguaggio dell’affetto e della simpatia che fa un’altra cosa, perché un romanzo non dà risposte ma apre finestre, nelle quali ti può capitare di riconoscere una tua esperienza.

Il posto dei padri

Spesso parla del padre, perchè le sta così a cuore questo ruolo?

Forse perché sono padre (tre figlie di 18, 13 e 11 anni, ndr). È successo davvero a me quello che racconto a inizio romanzo. Ero in sala parto, mi sono trovato in mezzo e non sapevano dove mettermi… Questa sensazione l’ho sperimentata poi a lungo nel tempo perchè sono un padre che ha avuto la fortuna di stare molto a casa con le sue figlie (Bussola, dipendente comunale, e nel tempo libero fumettista e scrittore, si è licenziato per avere più tempo per la famiglia, ndr). Sembrava che questa cosa fosse innaturale. Solo per il fatto di avere debuttato con un libro (“Notti in bianco, baci a colazione”) che descriveva la vita di un uomo che divide al 50 per cento le incombenze quotidiane con la sua compagna, venivo definito mammo. Un pregiudizio disgustoso, dietro al quale c’è l’idea che l’affetto e l’amorevolezza siano da attribuire unicamente alle donne e alle mamme e se ti addentri anche tu in quella dimensione, ti fanno diventare una donna. Invece quando mi occupo delle mie figlie, rivendico di essere nel pieno del mio ruolo di padre. È come se nella società in cui abitiamo, nonostante i buoni propositi, ancora oggi tutto cospirasse per tenere i padri lontani dai corpi dei figli. Del resto, la parola che fonda la famiglia fin dai tempi del diritto romano, “matrimonio”, ha origine dalla madre, ai poveri padri resta il “patrimonio”. Siamo utili solo quando siamo lontani, ad occuparci di altro”.

Erotizzare la gentilezza

Lei rivendica anche il concerto di fragilità in contrasto a quello di machismo.

Mi arrabbio molto quando sento usare la parola fragilità come sinonimo di debolezza. La fragilità è forse la più grande forma di forza che custodiamo, è proprio perché siamo fragili che possiamo essere rotti, infranti, che ci possiamo aprire agli altri, uscire fuori dai nostri stessi. Lo cantava Leonard Cohen “c’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce”. C’è poi da dire che, da un lato, si auspica la nascita di questo uomo nuovo che finalmente abbia confidenza con la propria parte emotiva, e possa riuscire a sfuggire alle catene di quel mito machista, performante ed efficiente di cui ancora oggi subiamo le conseguenze. Allo stesso tempo però cosa succede che assisto alla vita sentimentale delle mie figlie e vedo che le ragazze si innamorano degli uomini misteriosi, impossibili e con passati ombrosi. Muoviamoci insieme, impariamo a erotizzare la gentilezza.

La cameretta dei figli

Finora invece abbiamo trovato “La neve in fondo al mare?”

Ci siamo accorti troppo tardi della tristezza dei nostri giovani. Li abbiamo chiusi nella loro cameretta per tenerli al sicuro e invece proprio lì sono scoppiate le problematiche che racconto nel libro. Quale luogo, per un genitore, può essere più sicuro della camera del figlio? Ci preoccupiamo quando escono la sera, quando prendono un brutto voto, quando hanno storie di uso di sostanze eccetera ma quando erano li con noi a due metri, di cosa ci dovevamo preoccupare? L’immagine della neve in fondo al mare esprime un tipo di sofferenza di cui noi non ci siamo accorti perchè non pensavamo di trovarla lì, dove per definizione non ci può essere… Pensi a cosa proverebbe mia figlia in caso di brutto voto, se io fossi un genitore che tiene particolarmente ai voti. Non le lascerei nessuna alternativa rispetto alla vergogna perché il registro elettronico mi informa ancora prima che lei abbia anche solo lo spazio di una bugia…

La giovinezza e oggi

Questo momento storico che rapporto ha con la giovinezza?

Il compito dell’adolescente è quello di salpare. Il problema è che viviamo in un momento storico nel quale ciò che fanno i giovani non va mai bene. Si battono per il tema ambientale con il “Friday for future” e ci sono eserciti di adulti che li chiamano gretini, oppure che li accusano di fanno le cose il venerdì perché aspirano al “ponte” vacanziero; ragazzi che manifestano per i temi che stanno loro a cuore, la Palestina, la scuola, il tema Lgbtq vengono fermati con il manganello. Presto per protestare si dovranno fornire prima le generalità e tutti in fila indiana. Quando guardo questa generazione ho l’impressione che il problema sia essere giovani e se vivi in un Paese dove essere giovani è visto come un problema, dovremmo fare una riflessione.

Ha trovato una qualche risposta a questi temi?

Metto sul campo due faccende che ho attraversato come persona e che si trovano anche nel romanzo. La prima è che l’idea nefasta e pericolosa di cui siamo riusciti a convincere i ragazzi è che l’amore possa centrare con il merito, “ti amerò se farai cose giuste, se rispetterai i piani, se prenderai buoni voti eccetera”. Questa cosa è terribile, anche perché è facile amare le persone di successo, quando le persone cadono, falliscono, cambia tutto. “Io non sono te”, quindi questa è la prima cosa, dobbiamo riconoscere loro un diritto costitutivo all’alterità. La seconda faccenda è quella consapevolezza che tutti i genitori di questo romanzo sviluppano, ovvero combattere questa idea nefasta idea che i nostri figli vengano al mondo per piacerci e che non debbano tradire le aspettative. Chi l’ha detto? Anzi, da un certo punto di vista, meno un figlio ti piace e più dovrebbe essere una buona notizia perché “tradire” viene dalla stessa radice di “tradurre”, è un modo per dire la verità.