Cesena
Toponomastica, 19 nuove intitolazioni in città
Un inno alla donna e alle eccellenze in ambito medico, scientifico, del cinema, dell’arte, dello sport, senza tralasciare coloro che nei duri anni del secondo conflitto mondiale combatterono per gli ideali democratici. Sono state pubblicate le nuove intitolazioni di vie e piazze presenti in città stabilite dai componenti della Commissione toponomastica del Comune di Cesena e approvate dalla Giunta.
A seguito della realizzazione di nuove aree di circolazione e luoghi di interesse, il Comune fa sapere che è stato necessario procedere all’indicazione delle relative denominazioni che diventeranno effettive una volta ottenuta l’autorizzazione da parte della Prefettura.
Si tratta: della rotonda all’intersezione tra le vie Savio, Viareggio e il prolungamento di via Mario Bianchi, a San Mauro in Valle, intitolata alla città di Arezzo, sede della più antica Università della Toscana, una delle prime in Europa; della via intitolata a Giulietta Masina (da via Savio a via Mario Bianchi); di piazzale Ettore Lotti, prossimo a via Amedeo Masacci (zona San Rocco); del parco Nelson Mandela, prospiciente la via Prima Ancona, via Francesco Mami e via Mario Bianchi; della rotonda Anna Morandi, all’intersezione tra via Montefiore e piazzale Laura Conti (Sant’Egidio); piazzale Laura Conti, dalla rotonda Anna Morandi a via Margherita Hack e via Tina Anselmi (Sant’Egidio); del giardino Nadia Campana, prospiciente via Margherita Hack e via Tina Anselmi.
Restando in zona Sant’Egidio, le nuove intitolazioni riguardano il viottolo Ernest Smith, che si estende da via Altiero Spinelli al War Cemetery; via Margherita Hack (da piazzale Laura Conti a via Redichiaro), via Tina Anselmi, via Laura Bassi, via Trotula De Ruggiero, piazzale Ernestina Paper. A San Martino in Fiume, nel Quartiere Ravennate, nasce piazzale Pietro Vaenti (da via Rovescio a fondo cieco verso nord, in prossimità di via Ravennate). All’ex Zuccherificio, la rotatoria posta all’intersezione tra Ponte Europa Unita e le vie Niccolò Machiavelli e Italo Calvino è stata intitolata ad Alda Merini. A Ponte Abbadesse invece nasce il sentiero Concordia che si estende da via Don Luigi Sturzo a via Ponte Abbadesse. In zona Le Terrazze l’area verde tra le vie Prima Marzolino e Piemonte prenderà il nome di giardino Ermanno Bazzocchi. Ulteriori due aree verdi sono interessate da nuova denominazione: si tratta del giardino Emilio Bonci, in via Marche (zona Stadio) e giardino dell’Emigrante, in via Perugia (San Vittore).
La Commissione Toponomastica del Comune di Cesena è composta da funzionari comunali senza diritto di voto, e da sei cittadini con diritto di voto selezionati sulla base delle esperienze professionali e dell’impegno culturale e sociale verso la città di Cesena. Si tratta di Bruno Gabbi, giornalista in pensione, Antonella Menghi, architetto, Orio Teodorani, vicepresidente Ausl in pensione, Daniele Molinari, avvocato, e di Mara Valdinosi, sociologa ed ex senatrice.
Questi i cesenati omaggiati con le note biografiche a cura del Comune di Cesena.
Ettore Lotti (Cesena 1896 – Lavinio 1981): scultore, pittore e medaglista, nella sua carriera ha realizzato molti monumenti commemorativi, sia in ambito civile che cimiteriale. Frequenta l’Accademia di Firenze sotto il magistero di Domenico Trentacoste, dove si diploma nel 1919. Nello stesso anno partecipa alla Mostra d’arte cesenate con alcuni bozzetti di piccola taglia, che ricevono apprezzamenti da parte della critica e del pubblico. Lavora a numerosi monumenti commemorativi a Cesena e in Romagna durante il periodo tra le due Guerre, in particolare: il Monumento a Renato Serra, in piazza Bufalini (1925), il Monumento a William D’Altri, in viale Carducci (1936) e il Busto di Rosanna Salberini (in gesso) nella cappella del Santissimo Crocifisso al Cimitero Monumentale di Cesena (1922).
Pietro Vaenti (1916-2011): Nasce a Gambettola il 14 marzo 1916. Si arruola a 19 anni e parte volontario per Bengasi in Libia. Con l’entrata in guerra viene richiamato alle armi e, dopo varie vicende, l’8 settembre 1943 a Ioannina in Grecia, si sottrae alla cattura da parte dei tedeschi e raggiunge i partigiani greci dell’EAM (fronte di liberazione nazionale greco) sulla catena montuosa Pindo. In seguito si unisce ai partigiani albanesi consolidando la sua immagine di combattente e uomo di saldi principi. Nei primi anni ’60 diventa direttore del Cimitero Urbano e di quelli extraurbani di Cesena, fino al 1978, anno del pensionamento. Nel 1972 corona il progetto di una Cripta-Ossario per i Caduti di Guerra nel Cimitero Urbano, con il concorso di amici artisti quali Ilario Fioravanti, Osvaldo Piraccini ed altri. Nel 1981 completa un prezioso Albo d’Oro dei Caduti Cesenati dal 1948 al 1945. Più volte invitato in Albania Petri riabbraccia i compagni partigiani e organizza nel 1986 un Convegno di Studio su Lotta Armata e Resistenza delle Forze Armate Italiane all’estero. Nel ’92, alla caduta del regime di Enver Hoxha, Primo Ministro albanese, è invitato e partecipa alla prima uscita semi clandestina dei resistenti e partigiani albanesi. Il 12 novembre 2010, nella sala del Consiglio del Comune gli venne tributato il riconoscimento tramite la consegna di una Medaglia d’Oro da parte della FIVL in collaborazione con il Comune di Cesena e l’Associazione Zaccagnini. Pietro Vaenti muore il 19 novembre 2011 e a lui gli amici dell’“Istituto Giuntella” hanno dedicato il libro “Il gran Rifiuto: storia e storie dei Militari Italiani Internati dei Lager dopo l’8 settembre 1943.
Nadia Campana (1954-1985): nata a Cesena l’11 ottobre 1954, è stata una poetessa, traduttrice e saggista. Nel 1983 ha tradotto per l’editore Feltrinelli parte dell’opera di Emily Dickinson, che tanto la influenzerà, nel volume “Le stanze di alabastro”. È autrice di una cinquantina di poesie e di articoli, pubblicati nella raccolta postuma Verso la mente (Edit. Crocetti 1990), poi pubblicati nuovamente da Raffaelli editore nel 2014, a cura di Milo De Angelis e Giovanni Turci. Ha composto anche una serie di saggi dedicati alla letteratura e al tema della melanconia, attualmente inediti. Nel 2015 le è stato assegnato dal Comune di Cesena il premio Malatesta Novello.
Emilio Bonci (Cesena, 4 agosto 1928 – Cesena, 21 marzo 2009): è stato un calciatore italiano, di ruolo mediano. Giocò nel Cesena dal 1947 al 1951, poi in serie B nel Piombino, successivamente in serie A tre stagioni con Lanerossi Vicenza e Catania, per poi tornare a Cesena nel 1961 su chiamata del conte Rognoni. Rimase un solo anno per poi chiudere la carriera a Crotone. Come giocatore Bonci è cresciuto nelle giovanili bianconere. Nel 1947 debuttò in prima squadra (serie C) come Bonci III. Pronipote del noto tenore Alessandro Bonci, apparteneva alla famiglia che più giocatori ha dato all’allora A.C. Cesena. Oltre che per la sua carriera viene ricordato per le sue doti di grande umanità che gli consentivano di essere ben visto e di godere della fiducia di tecnici, calciatori e della società, per la quale costituiva un “trait d’union” con la squadra.