Piccinini, un medico guidato dal cuore

“Amico Carissimo”. A 25 anni dalla morte del medico e servo di Dio Enzo Piccinini, la sua figura verrà ricordata al palazzo del Ridotto, a Cesena, il 13 giugno. L’appuntamento, alle 21, è promosso dal movimento ecclesiale di Comunione e liberazione, con il Centro culturale “Campo della stella” e la fondazione “Elio Bisulli”, oltre al patrocinio del Comune di Cesena.

Per l’occasione saranno presenti in città Pier Paolo Bellini, detto Vidmer, con l’ultima dei quattro figli di Piccinini, Anna Rita.

Durante l’incontro verranno ascoltate le testimonianze di Marino Mengozzi e Andrea Alberti. In vista della serata, abbiamo sentito il dottor Raffaele Bisulli della clinica San Lorenzino di Cesena che per diverso tempo è stato vicino a Piccinini. «L’ho conosciuto – ricorda Bisulli – attraverso le mie figlie che frequentavano il Clu (universitari di Cl) a Bologna, di cui Piccinini era il responsabile. Con la casa di cura, iniziammo una collaborazione a livello chirurgico. Non aveva grande spazio a Bologna». Bisulli fa memoria di un incontro a Cesena tenuto da Piccinini pochi mesi prima di morire. «Parlò del suo modo di vivere la professione – aggiunge Bisulli – e ricordò che in un congresso aveva detto che era stato don Giussani ad avergli insegnato tutto del mestiere di medico. In quel congresso si levò un gran brusio». Poi la spiegazione: «Gli aveva insegnato a come porsi nel lavoro, quale posizione umana assumere: mettere il cuore in quello che si fa.

Il rapporto con il destino ultimo.

Nella libertà di chi vive in funzione di qualcosa di più grande». Un dato per Piccinini era importantissimo, e lo spiegò anche in quell’occasione, rivolta in particolare agli infermieri: «È fondamentale non essere soli. E avere una compagnia che aiuta a correggersi e a mantenere viva quella posizione umana iniziale».

Bisulli va con la memoria a quella serata rimasta intatta nella mente. «Veniva da una giornata molto intensa. Era stanco. Iniziò alle 21,30. Era mosso dal desiderio di trasmettere ciò che lui aveva incontrato. Raccontò di un incontro con Rosy Bindi, al tempo ministro della Sanità. Disse la Bindi: veniamo da posizioni un po’ diverse, ma la prenderei nel mio staff al ministero. Vidi in lei, proseguì Piccinini, una posizione che ci aiutava nel rapporto umano». Il suo forte restava l’educazione dei giovani. Una sua passione del tutto particolare, lo sottolinea anche Bisulli.

«Avevamo un appuntamento a Bologna – ricorda il medico-imprenditore -. Ero con mia moglie Tonina. Piccinini era in ritardo di quasi due ore e mezzo, perché riceveva tanti ragazzi a colloquio. Vi ammiro per la vostra pazienza – ci disse appena si liberò -. Ma quello dell’educare ce l’ho un po’ come compito». Intendiamoci, ricorda Bisulli, era un tipo tosto, che non andava per il sottile. Ma se si superava quella scorza da post-sessantottino che vuole avere sempre ragione, come gli diceva don Giussani, «possedeva una ricchezza umana affascinante. Enzo viveva la vita perché si affermasse la gloria umana di Cristo, come ricordò don Giussani al suo funerale.

Colpiva per questo i suoi ragazzi, ma colpiva anche noi». Oggi, come allora. Anche grazie alle testimonianze di questi 25 anni.

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