Cesena
Tutti i finalisti del Premio Bancarella a Cesena. La fotogallery
Sei scrittori per sei libri, tutti finalisti al Premio Bancarella. In attesa della proclamazione del vincitore, prevista per il 21 luglio a Pontremoli, gli autori sono stati ospiti – come da tradizione ormai ventennale – a Cesena. La serata si è svolta il 29 giugno scorso nel chiostro di San Francesco, organizzata da Confesercenti Ravenna e Cesena, curata da Maria Luisa Pieri ed è stata condotta dalla giornalista Elide Giordani.
Un’occasione per il pubblico amante della lettura di incontrare e ascoltare dal vivo gli scrittori in gara per la 72esima edizione del premio letterario nazionale. Protagonisti sono stati Aurora Tamigio, Valeria Galante (dietro questo pseudonimo si celano Diana e Diego Lama), Marilù Oliva, Franco Faggiani, Daniele Paquini, Emanuela Anechoum.
Si tratta di libri molto diversi tra loro. Si va da “Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio edito da Feltrinelli, che prende per mano il lettore e racconta con uno stile fluido e accattivante e con grande sensibilità e rispetto la fatica che Rosa, Selma, Patrizia, Lavinia e Marinella, donne di diverse generazioni, hanno dovuto sostenere per raggiungere un posto nella società patriarcale in Sicilia. A “La casa delle Sirene” di Valeria Galante edito da Mondadori, un romanzo ambientato a Napoli che tratta di un’epopea familiare con personaggi molto approfonditi e ben caratterizzati. E ancora “L’Iliade cantata dalle dee” edito da Solferino: l’autrice Marilù Oliva ripercorre le vicende della famosa opera di Omero, volgendo lo sguardo alle protagoniste nascoste del grande poema, le donne, e ne fa un racconto “inedito”. Franco Faggiani, già conosciuto perché finalista del Premio Bancarella 2020, con il romanzo “L’inventario delle nuvole” edito da Fazi Editore che, come ha scritto Luca Mercalli, “diffonde serenità e bellezza, e fa recuperare la voglia di immergersi nella contemplazione della natura”. E poi ancora Daniele Pasquini con il suo romanzo corale “Selvaggio Ovest” edito da Nn, immerso nella Maremma di fine Ottocento, una terra aspra, strappata alla palude grazie al lavoro instancabile dei contadini, attraversata da butteri, pastori e transumanti, che vivono in simbiosi con la natura. Nella sestina anche “Tangerinn” di Emanuela Anechoum, un’opera prima che regala il racconto di un ritorno. Propone alla generazione dei trentenni sempre alla ricerca della “miglior versione di sé stessi” un cambio di passo: stare fermi a fare qualcosa di bello con il tempo che ci è dato.
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Di seguito pubblichiamo la fotogallery della serata a cura di Sandra e Urbano fotografi
httpss://www.flickr.com/photos/corrierecesenate/albums/72177720318485870/