Cesena
I misteri dell’universo al Rotary club Cesena
“L’universo, in fondo, è semplice”. Con questo assunto, che pare in contraddizione con ogni più banale considerazione sull’immensità che va oltre il nostro cielo, il professor Gabriele Giovannini, astrofisico dell’Università di Bologna, in una conviviale nei giorni scorsi ha preso per mano i soci del Rotary club Cesena, presieduto in questa annata dall’ingegnere Norberto Fantini, verso la conoscenza spaziale fino a oggi accessibile.
Grande interesse, fanno sapere dal club service, ha destato l’intervento dello scienziato cesenate – in passato coordinatore di un progetto di astrofisica tra Italia e Giappone, membro del comitato internazionale per il lancio del satellite russo Radioastron, consigliere dell’Unione internazionale dell’astronomia – che ha mostrato, con il supporto di immagini esplicative, come l’universo sia “semplicemente” composto da “stelle, galassie, ammassi di galassie, gas, Materia oscura ed Energia oscura”.
Ed eccoli, in finale, gli stop alla conoscenza. Ci è chiaro, ha spiegato il professor Giovannini, come dall’energia, la cui forza porta all’espansione e alla creazione successiva degli “oggetti” spaziali, si sia sviluppato il nostro universo. Ma c’è un limite oltre a questa conoscenza, determinato dal fatto che tali oggetti stellari sono immersi in una materia ancora sconosciuta che li rende più massicci di quanto appaiano nelle immagini (grazie al telescopio spaziale James Webb) e che sono condizionati da un’energia altrettanto ignota che fa espandere l’universo e allontanare tra loro stelle e galassie. Siamo davanti alla Materia oscura e all’Energia oscura: “Sappiamo che esistono ma non sappiamo cosa siano – ha detto il professor Giovannini -. La fisica attuale non ha gli strumenti per andare oltre questi limiti”. Si può azzardare però una previsione: tra miliardi di anni, se tutto dovesse continuare a essere condizionato dalla Materia oscura e dall’Energia oscura, “a meno che non ci sia qualche sorpresa, ci troveremo in un universo freddo con tutte le sue componenti sempre più lontane tra loro”.
Iperboliche e difficile da catturare per la mente umana le distanze calcolate in miliardi di chilometri e anni luce tra la terra e il resto dell’universo, una capacità di misurazione, tuttavia, che è la chiave per capire l’universo stesso. Tante le domande rivolte al relatore: dal big bang (che presumibilmente non c’è mai stato), al rapporto tra il mistero dell’universo rapportato al mistero della vita umana, all’immaginare ciò che poteva esserci ancor prima della nascita dell’universo conosciuto, all’infinita tensione umana verso la conoscenza spaziale.