Start Romagna approva il bilancio consuntivo

Ristori per 4.700.000 euro, 9 milioni di ricavi in meno a causa delle ridotte vendite dei titoli di viaggio – perdita in parte recuperata dalla riduzione dei servizi effettuati nella primavera del 2002, in piena pandemia (venivano effettuati i trasporti dei sanitari e i servizi essenziali) – e 40 mila euro circa di utile.

Start Romagna ha approvato il bilancio consuntivo con un sospiro di sollievo per non aver chiuso in perdita, dopo il difficile anno della pandemia da Coronavirus.  

A dare qualche cifra questa mattina ai giornalisti, tra uno step e l’altro della lunga assemblea dei soci svoltasi all’Ippodromo, il presidente Roberto Sacchetti e il direttore generale Giampaolo Rossi. Tra i temi all’ordine del giorno, oltre al consuntivo 2020, il piano industriale e il bilancio di Sostenibilità.

 

Per il 2021, hanno spiegato, si prevede che la riduzione dei passeggeri si attesti intorno a 25 per cento (nel 2020 si era arrivati al 50 per cento) mentre per il 2022 la previsione è di un -7 per cento rispetto al 2019, punto di riferimento pre-Pandemia e quindi parametro per un riavvicinamento alla normalità.

L’Azienda svolge il servizio di trasporto pubblico locale nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, un’area di 6.380 kmq con 71 comuni serviti.

 

Sul risultato di bilancio pari, per la precisione, a 40.277 euro, si specchiano i risparmi nei costi operativi, passati da 77,5 a 72,1 mln di euro. Il Margine operativo lordo (Ebitda) è pari ad 8,1 mln di euro (+0,6 mln rispetto al 2019).

 

A fine 2020 Start Romagna conta 954 dipendenti (età media di 47,7 anni), 909 dei quali con contratto a tempo indeterminato. Gli autisti sono 711, gli stessi del 2019 e dieci in più del 2018. Sono aumentate le ore medie di formazione, 21 pro capite, sostanzialmente quasi raddoppiate agli anni precedenti.

 

Nel 2020, 561 mezzi, di cui 28 nuovi, di Start Romagna hanno compiuto 18.929.137 km, di cui 8.551.887 nel bacino di Forlì Cesena, due milioni in meno del 2019; 31,3 milioni i passeggeri trasportati (sono 48 milioni nell’attività a regime nei due anni precedenti), dei quali 12.980.707 a Forlì-Cesena.

 

Nel 2020 si sono registrate diverse variazioni sia di km sia di tipologie di servizi. Dal 24 febbraio 2020 al 6 giugno 2020 il servizio è stato ridotto notevolmente, passando da un servizio scolastico a un servizio non scolastico e/o festivo a seguito del lock-down stabilito dal governo.

 

Tutti i servizi nel periodo estivo, dal 7 giugno al 13 settembre 2020, sono stati svolti in misura ridotta, senza i normali potenziamenti previsti nei mesi di luglio e agosto.

 

Dal 14 settembre 2020, data in cui è iniziato il nuovo anno scolastico, a seguito della riduzione della capienza dei mezzi all’ 80 per cento dei posti totali, sono stati inseriti dei mezzi da noleggio con conducente dei vettori privati per sopperire alla riduzione di carico dovendo trasportare il 100 per cento degli studenti. Questi ultimi hanno fatto nel 2020 7.951 abbonamenti annuali nel bacino di Forlì-Cesena, 1.708 sono stati gli abbonamenti annuali “ordinari” mentre 13.382 sono stati gli abbonamenti mensili.

 

 

E per il nuovo anno scolastico? “Siamo in fase di studio – risponde Roberto Sacchetti -. Da quando siamo in zona bianca, i mezzi possono viaggiare all’80 per cento della capacità di riempimento. Ancora non sappiamo quale sarà la percentuale con la quale dovremo fare i conti in settembre”.

Un autobus che viaggia con capienza al 50 per cento può portare tre persone per metro quadro, se viaggia all’80 per cento, diventano 5. È evidente che resterebbero necessarie mascherine, gel e soprattutto l’attenzione a non affollarsi sul primo mezzo che arriva ma, se quello si riempie subito, attendere il successivo. “Abbiamo dovuto lavorare in maniera importante su questo tipo di comunicazione – spiega il direttore Rossi – per evitare di veder viaggiare macchine vuote dietro a macchine gremite”.

Con le Prefetture e i dirigenti scolastici era stato già predisposto uno scenario per il rientro a scuola in presenza.

“Siamo pronti, se la capienza consentita fosse tal quale l’attuale, ovvero l’80 per cento, e potendo disporre dei 150 mezzi aggiuntivi che abbiamo a disposizione grazie ai circa 20 operatori privati contattati allo scopo. Se dovessero tornare le gite scolastiche, non avremmo probabilmente più quei mezzi ma a quel punto forse i problemi sarebbero già risolti”.

E mentre i se e i ma sedimentano in attesa che la situazione si schiarisca, il presidente Sacchetti delinea la strada per il futuro di Start Romagna e del trasporto pubblico.

“La digitalizzazione e un servizio sartoriale sono le risposte” spiega Sacchetti. “Da una parte potremmo garantire maggior efficienza e puntualità e – senza  far mancare il servizio a chi non né smart -, potremmo avvicinarci al servizio a chiamata, con prenotazione del viaggio tramite App, biglietti da pagare tramite carta di credito fino alla personalizzazione di tragitti e costi”.

Arriveranno le corsie preferenziali?  

“A Rimini il Metromare è già attivo e qualcuno mi ha detto ‘Finalmente posso tornare a casa in pausa pranzo, prima non sapevo se sarei riuscito a rientrare nell’orario previsto’”.