“Darwin, Nevada”, Marco Paolini in scena al Bonci fino al 9 marzo

Nuovo spettacolo di teatro civile, fra il 2023 e gli studi del XIX secolo. La recensione

Darwin, Nevada - Matthew Lenton e Marco Paolini ph © Masiar Pasquali

Di nuovo Marco Paolini in scena al Teatro “Bonci”, questa volta con uno spettacolo a più voci dedicato a Charles Darwin. Dal curioso titolo “Darwin, Nevada”, va in scena da giovedì 6 a domenica 9 marzo.

Marco Paolini e il teatro civile

Da quel 1993 in cui Marco Paolini mise in scena “Il racconto del Vajont”, a 30 anni dalla tragedia che vide il 9 ottobre 1963 morire quasi 2.000 persone, il concetto di “teatro civile” è stato reso noto anche al grande pubblico. Non che fosse una novità assoluta: Dario Fo, giusto per fare un nome, aveva realizzato numerosi spettacoli che partivano dai fatti di cronaca. La differenza era principalmente nella realizzazione: i drammi politici di Fo erano, prima di tutto, testi teatrali, anche se certamente non tradizionali. Quelle di Paolini erano, prima di tutto, “orazioni civili”: monologhi, che potevano avvenire in teatro ma che soprattutto avvenivano in luoghi simbolici. Ricordiamo “Il racconto del Vajont” messo in scena proprio accanto alla storica diga, o il suo monologo su Galileo messo in scena nei laboratori sotterranei del Gran Sasso. Una persona sola: questa era l’essenza del teatro di Paolini. Una persona che, dopo aver studiato accuratamente i fatti, dopo aver sviscerato tutti gli aspetti della vicenda, racconta a un pubblico cosa è successo, e perché un fatto del genere è importante da sapere. In quei momenti il teatro tornava alla sua forma primordiale: una comunità riunita attorno a un istrione.

Un nuovo spettacolo

Sono passati più di 30 anni da quel 1993 e questa volta, per raccontare la vicenda di Charles Darwin, la scelta di Paolini è stata un po’ differente: non c’è solo lui in scena, non assistiamo più a un monologo, ma a un vero e proprio testo teatrale. Insieme a Paolini sul palcoscenico sono Clara Bortolotti, Cecilia Fabris, Stefano Moretti, Stella Piccioni. È interessante notare che lo spettacolo, oltre che dall’idea di Paolini, è nato da un gruppo di autori: il paleontologo Niles Eldredge, lo storico della scienza James Moore, il drammaturgo Francesco Niccolini, il filosofo Telmo Pievani, la storica produttrice degli spettacoli di Paolini, Michela Signori. La regia è di Matthew Lenton.

Darwin e la teoria dell’evoluzione

Nel XIX secolo, se Marx, Nietzsche e Freud formano quella che il filosofo Paul Ricoeur ha definito “scuola del sospetto”, a indicare come questi tre pensatori abbiano criticato le ideologie e abbiano rivoluzionato il modo di pensare, non si può negare che il vero, grande rivoluzionario sia stato Charles Darwin (1809-1882). La teoria dell’evoluzione, con tutto ciò che comporta, può essere paragonata, per importanza nella presa di coscienza degli esseri umani, solo all’opera di Galileo per il sistema copernicano. Una vera e assoluta rivoluzione, talmente potente che ancora oggi molti non ci credono. Nei sondaggi effettuati dall’Istituto statunitense per le ricerche statistiche e l’analisi dell’opinione pubblica, all’inizio degli anni 2000, alla domanda “da quanto tempo l’uomo si trova sulla terra?”, il 45 per cento degli americani ha risposto che è stato creato nella sua forma attuale circa 10.000 anni fa. Un ulteriore 40 per cento ha sostenuto invece che si è evoluto nell’arco di milioni di anni da forme di vita meno avanzate, ma sotto la guida di Dio.

Una situazione complicata

Di Darwin, di ciò che rappresenta, parla questo spettacolo, in cui si immagina che due ragazze, Sue Ellen e Sunny (Clara Bortolotti e Cecilia Fabris), stiano fuggendo di notte, con il loro camper, dalla tempesta che nel 2023 travolse il festival hippy “The burning man”. Complici l’oscurità, l’adrenalina e il maltempo, travolgono un uomo. Chi è quello strano personaggio che vaga portando con sé dei misteriosi libretti di appunti? Che sia Fernando Morión Nevada, partito per fare il giro del mondo, dopo aver lasciato la fidanzata Lupe (Stella Piccioni) ad aspettare il suo ritorno? E da dove vengono i misteriosi taccuini? Sarà compito di Ed (Stefano Moretti), sceriffo fondamentalista della città di Darwin (e fidanzato pro tempore di Lupe) gestire, in qualche modo, la situazione.

Un grande camper sul palcoscenico

Lo spettacolo assomiglia solo parzialmente alle precedenti messe in scena di Marco Paolini: l’affabulatore veneto è sempre in scena, certo, ma qui il suo contributo è molto limitato. La vicenda viene portata avanti dai giovani attori, mentre Paolini prosegue il suo ragionamento su Darwin e sulla straordinaria novità rappresentata dalla teoria dell’evoluzione. La scena è molto suggestiva, con un grande camper collocato in mezzo al palcoscenico, che si trasforma in auto, casa, caravan, a seconda delle necessità. Dove lo spettacolo sembra accusare il colpo è nella vicenda ambientata a Darwin, Nevada: la storia è alquanto complicata, e non trasmette molte suggestioni in più rispetto agli interventi narrativi di Paolini. Alcuni momenti visivamente sono molto belli: in particolare, la scena finale con la caduta delle farfalle (foto), di grande efficacia. Resta la sensazione di aver conosciuto Darwin, per così dire, indirettamente: il confronto con lo spettacolo dedicato all’altro grande scienziato, Galileo, si risolve a tutto favore dell’opera più antica. Inutile ripeterlo: quando Paolini fa Paolini, quando parla, racconta, ammicca, si sente di essere di fronte a un grande interprete; quando lui tace, l’interesse per le vicende narrate tende a calare molto. Giovedì sera un teatro abbastanza pieno ha però apprezzato, con numerosi applausi.

Eventi collaterali

Oggi, venerdì 7 marzo, alle 19, al Cinema Eliseo, per il ciclo “Dal palco allo schermo”, è prevista la proiezione del film di Wim Wenders “Il sale della terra” (2014), che attraversa l’arte del fotografo brasiliano Sebastião Salgado insieme al figlio dell’artista, Juliano Ribeiro Salgado, coregista. In apertura, Elena Ioli, divulgatrice scientifica e insegnante di fisica cesenate, presenta il libro “Antartide come cambia il clima” (Edizioni Dedalo, 2021), che racconta l’esperienza vissuta in Antartide con 76 scienziate provenienti da tutto il mondo, facendo il punto sull’emergenza climatica. L’autrice dialoga con Ilaria Cecchinato

Domani, sabato 8 marzo, alle 18, “Conversando di Teatro”: incontro al “Bonci” con Marco Paolini e la compagnia, moderato da Emanuele Regi, critico teatrale e dottorando in arti performative all’Università di Bologna.

Audiodescrizione

La replica di domenica 9 marzo sarà audio descritta per persone con disabilità visiva: l’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto del Centro Diego Fabbri di Forlì “Teatro no limits”, con il sostegno di Bcc Romagnolo. Informazioni e prenotazioni: info@centrodiegofabbri.it, tel. 0543 30244. Ingresso ridotto (15 euro) per gli utenti non vedenti e ipovedenti e omaggio per l’accompagnatore.

Laboratori creativi per bambini

Domenica 9 marzo è previsto il laboratorio di grafica e collage “Storie in valigia” a cura dell’associazione “Progetto 11”, nell’ambito di “Vengo anch’io!”, che offre alle famiglie la possibilità di assistere ad alcuni spettacoli del cartellone mentre le bambine e i bambini (dai 6 agli 11 anni) partecipano a laboratori creativi in spazi interni al Teatro. Il costo di ogni appuntamento è di 7 euro per bambino, 10 euro se i bambini sono due, oltre al prezzo del biglietto dello spettacolo per i genitori ridotto del 20 per cento. Disponibilità limitata e fino a esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria a: info@teatrobonci.it, tel. 0547 355959, cell. 328 2435950.


Per tutte le informazioni: Teatro Bonci, piazza Guidazzi, Cesena, tel. 0547 355959, info@teatrobonci.it. Ingresso da 8 a 27 euro.