Cesena
Tra Caritas e Comune: “Una rete di amicizia e collaborazione”
È stato un momento di confronto e condivisione quello vissuto ieri sera dagli ospiti e volontari Caritas nel parco della parrocchia di Martorano (Cesena).
La serata, organizzata dal responsabile delle case di accoglienza Caritas Andrea “Andrew” Casadei, è stata preceduta da una visita dell’assessora comunale al Welfare Carmelina Labruzzo alle strutture diocesane di via Romagnoli e via Calcinaro.
La prima, detta “San Giuseppe”, è destinata agli uomini soli e può ospitare 7-8 persone. È composta da miniappartamenti che prima del Covid ospitavano due persone, ora solo ospiti singoli. La seconda struttura, casa “Emmanuel”, è pensata invece per i nuclei familiari. Ad oggi ospita 17 persone tra famiglie in difficoltà e donne con figli. A meno di un chilometro, al centro Coming, c’è poi una terza struttura da 10 persone (sette gli ospiti attuali). Si tratta di casa Sant’Anna, riservata agli extracomunitari non di prima accoglienza.
Nella visita l’assessora Labruzzo è stata accompagnata dal diacono William Tafani (che segue le Caritas parrocchiali) e da Bruna Venturi della Caritas diocesana.
A Martorano è presente poi casa Betania (gestita dalla Caritas parrocchiale e frutto degli indimenticati coniugi Bruna e Consilio), con sei posti occupati su otto, e si contano altri tre ospiti in canonica. Qui, nell’ampio prato della parrocchia del Sacro Cuore, i volontari della Caritas e gli ospiti delle strutture hanno cenato assieme per poi confrontarsi con l’assessora sugli argomenti più sentiti.
Il tema più scottante è risultato essere quello della casa. Che un disoccupato abbia difficoltà a trovare un tetto non è una novità, ma le difficoltà toccano anche i lavoratori che guadagnano un migliaio di euro al mese.
E accedere alle case popolari per molti, pur in possesso di tutti i requisiti, è una chimera. Questo perché a fronte di circa 800 case di proprietà comunale, ci sono 750 persone o nuclei familiari in lista d’attesa e solo 10-15 assegnazioni l’anno: “Si tratta di una grandissima sfida, a tutti i livelli – ha spiegato Carmelina Labruzzo –, stiamo ragionando con il sindaco su come affrontarla. Bisogna prima di tutto sfondare la cortina di sospetto e diffidenza presente tra chi offre un appartamento e chi cerca casa. Alcuni progetti locali, portati avanti con Caritas, ci hanno consentito di fare progressi nel piccolo, ora la sfida è replicarli su grande scala. Bisogna pensare e costruire una filiera nuova, che vada dalla prima accoglienza al co-housing, condivisione delle spese, per arrivare alle soluzioni con maggiore autonomia”.
I volontari della Caritas di Martorano-Ronta-San Martino sono intervenuti per manifestare le loro incertezze e le difficoltà nel rapportarsi con una burocrazia che spesso rende la vita assai difficile, a loro e agli assistiti.
L’assessora Labruzzo ha assicurato loro che le porte dei Servizi sociali sono sempre aperte, anche per fugare dubbi: “C’è una rete di amicizia e collaborazione tra Amministrazione comunale, Caritas diocesane e parrocchiali, associazioni. La chiamiamo rete proprio perché cerca di unire e non fare cadere nessuno. Nel nostro agire la prima cosa da fare è quella di non far sentire solo nessuno, per poi impegnarci a costruire con lui un progetto di vita”.