Aspettando vere piste ciclabili, il Comitato via Emilia sicura chiede “corsie ciclabili”

Corsie ciclabili anche a Cesena per una mobilità green. Le chiede il comitato ‘via Emilia ponente sicura’ incoraggiando l’Amministrazione comunale ad adottare una delle misure previste dal decreto Rilancio, appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, che ha modificato il Codice della strada.

Dopo il lockdown dovuto al contenimento del Covid 19, l’obiettivo del Governo è infatti quello di spingere la mobilità alternativa tramite l’utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili. Non solo “bonus bici” per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici, il decreto ha introdotto anche alcuni strumenti per permettere più facilmente ai Comuni di togliere spazio alle automobili a favore delle due ruote.

Come le corsie ciclabili (in realtà già previste da un decreto ministeriale del 2000), che in Europa hanno avuto molta fortuna, e sono state adottate anche in alcune città italiane: si tratta di una corsia riservata alle bici disegnata con la vernice sul lato destro di una carreggiata urbana, così da proteggere i ciclisti dal traffico dei veicoli al motore. Un espediente rapido ed economico rispetto alla realizzazione di una pista ciclabile vera e propria, ma che garantisce comunque risultati soddisfacenti.

“Circa il 70 per cento dei passeggeri del trasporto pubblico regionale si concentra sulla rete urbana di Bologna, per questo lì è già stato presentato il piano delle ciclabili di emergenza, così che le persone che non potranno usare i tram, a causa della minore capienza per il distanziamento fisico, non scelgano l’automobile privata. Ma anche nelle città di provincia, come Cesena, con la ripresa dello spostamento degli studenti a settembre ci saranno inevitabilmente problemi. Crediamo allora sia necessario abituare i cittadini all’utilizzo di mezzi alternativi ed ecologici. Per questo riteniamo necessario tracciare sulle nostre strade linee colorate simboleggianti piste ciclabili, ove possibile su ambo i lati, per rendere consapevoli tutti e garantire loro la possibilità di utilizzare biciclette e monopattini sulle strade. Si tratta di una misura che permette di superare le rigidità e l’impianto ormai datato del codice della strada e permette ai Comuni di sperimentare l’urbanistica tattica: un modo di cambiare la città usando diversamente lo spazio e senza spendere troppi soldi”, spiega Denis Parise del comitato ‘via Emilia ponente sicura’, nato qualche anno fa per chiedere la pista ciclabile dal supermercato Famila di Torre del Moro fino al cimitero di Diegaro.

Ma le corsie ciclabili sono davvero sicure? In assenza di barriere di protezione, le biciclette  che corrono al lato della strada sono infatti esposte alle manovre spericolate di auto e moto, senza contare i parcheggi irregolari sul percorso. “Se pensiamo alla via Emilia ponente è meglio della situazione attuale, dove il ciclista è sempre sulla strada ma non è visibile ─ ribatte Parise ─. E poi c’è una questione psicologica: più la strada è stretta e con vincoli, più l’autista è costretto a prestarvi attenzione. Inoltre questa misura permette di predisporre dei percorsi lineari e non a zig zag come avviene ora in alcune piste ciclabili”.

Per Parise è senz’altro un’opportunità da cogliere. “Bisogna avere coraggio e fare un salto culturale. E poi non si deve più ragionare solo in termini di quantità delle ciclabili ma anche di qualità dello spazio”, conclude.