Cesena
L’esperto Boscherini: “La zanzara tigre? Non viene attirata dalla luce”
Come sfatare i luoghi comuni in campo naturalistico e ambientale. Andrea Boscherini è un naturalista originario di Bagno di Romagna e curatore, insieme a Lorenzo Rossi, del Museo dell’ecologia di Cesena. È un volto noto in quanto ospite frequente della trasmissione Geo di Raitre come collaboratore scientifico.
Da qualche mese, sul proprio canale Youtube, sta pubblicando dei video sulle curiosità naturalistiche quotidiane. “E in questo periodo – afferma Boscherini – le zanzare sono una fastidiosa quotidianità per tutti, in particolare la zanzara tigre”.
Uno dei luoghi comuni più diffusi è quello per cui le zanzare sono attirati dalla luce. “Spegni la luce, altrimenti entrano le zanzare” oppure “mi pungono perché ho il sangue dolce” abbiamo sentito dire fin da bambini. “Non è così – sfata ogni certezza Boscherini – in quanto sono attirate dall’anidride carbonica che emettiamo con il respiro. E sono attirate anche dalle sostanze rilasciate dal sudore. Non c’entra la luce. Se in una stanza buia vi è un essere umano e in una solo la luce accesa senza persone, state tranquilli che la zanzara tigre verrà dove ci sarete voi”.
Cosa comporta questo? Che quelle trappole a resistenza elettrica che si usano d’estate sono poco efficaci. “Quei fornetti infernali – aggiunge il naturalista – dove gli insetti si cuociono in un lampo a causa dell’elettricità, catturano ben poche zanzare. Magari qualcuna sì, che passava di lì per caso. Sono altri gli insetti che sentiamo ‘friggere’ fra le resistenze e in genere, come lucciole e falene, non sono fastidiosi per l’uomo”.
La zanzara tigre è originaria dell’India ed è arrivata in Italia nei primi anni ’90, sotto forma di uova, con un carico di pneumatici proveniente dal Nord America. Così è proseguita la globalizzazione anche per questo insetto. “Rispetto alle zanzare autoctone sono molto più aggressive. Possono pungere anche 7-8 volte fino a che non hanno terminato il proprio pasto di sangue. Nelle ore crepuscolari, cioè all’alba e al tramonto, diventano feroci, specie in giardino o nell’orto”.
Come difendersi allora? Boscherini afferma che la prevenzione è la miglior arma, ad esempio evitando i ristagni idrici che sono il substrato migliore per le uova. “E circa le trappole – conclude – in commercio vi sono dei modelli, alcuni molto efficaci, che sfruttano l’anidride carbonica, e non la luce, per attirarle e catturarle”.
Questo il link al video: httpss://www.youtube.com/watch?v=n3WNTZl8Mvw&list=PLMAQOSa9edlUn28KpOCjGlFlGwQAmmCX0