Cesena
Doppio fine settimana per le giornate Fai d’Autunno
Le Giornate Fai ‘raddoppiano’. Per la prima volta le aperture straordinarie sono visitabili per due week end – 17 e 18 e 24 e 25 ottobre – così da garantire a quanta più gente possibile di godere dell’offerta culturale in totale sicurezza. Dopo la rinuncia del tradizionale appuntamento primaverile a causa della pandemia, l’edizione 2020 delle ‘Giornate d’autunno’ è dedicata a Giulia Maria Crespi, la fondatrice del Fondo per l’ambiente italiano morta di recente.
A Cesena si va alla scoperta di Palazzo Oir, i suoi spazi suggestivi, in attesa di restauro, racconteranno il volto futuro della città. Il palazzo che si affaccia su piazza della Libertà è stato infatti di recente donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio (che lo aveva acquistato nel 2007) al Comune di Cesena per ospitare la nuova pinacoteca cittadina. Il Palazzo dell’Ospedale e Istituzioni Riunite fu edificato tra il 1776 e il 1795 sulla base di un progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini, eseguito con la collaborazione del tecnico cesenate Sebastiano Sassi. Proprio qui sorgeva in passato il quattrocentesco ospedale del Crocefisso di cui il palazzo mantenne la funzione di accoglienza, cura e assistenza. La parte posteriore dell’edificio fu infatti adibita a ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell’Ottocento. Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso fu demolita per lasciare posto a una nuova galleria commerciale e a un condominio.
Le visite guidate sono organizzate alle ore 12, 13 e 14. È prevista inoltre la performance teatrale ‘Cassandra. Il diritto di parlare’ a cura di Giacomo Garaffoni il sabato alle 15.30 e 16.30 e domenica alle 7, 15.30 e 16.30.
Per i visitatori del Fai si apriranno le porte (alle ore 10, 11, 12, 15, 16 e 17) anche dello studio privato di Arnaldo Mussolini a Paderno di Mercano Saraceno. Un luogo silenzioso, immerso nel verde, un poggio da cui osservare tutta la valle. Qui, Arnaldo Mussolini, giornalista fratello minore del Duce, decise di stabilire il proprio studio privato, in quello che ancora oggi è il palazzo di famiglia della moglie, Augusta Bondanini. Tutto è rimasto come allora, i mobili, gli arredi, i libri, la scrivania, il telefono con il quale comunicare direttamente con la redazione milanese del ‘Popolo d’Italia’, quotidiano di cui fu direttore dal 1922 al 1931. Lo studio si trova al secondo piano ed è composto da tre stanze: uno uno spazio misterioso, dove le passioni dell’uomo, incontrarono la forza della propaganda politica di regime.
L’archivio di Arnaldo Mussolini è stato riconosciuto due anni fa di valore storico nazionale dalla Soprintendeva archivista e bibliografica dell’Emilia Romagna ed è in corso il restauro urgente di alcuni documenti finanziato dal Mibac. Anche lo studio necessita di interventi, per questo a febbraio e marzo scorsi era stato lanciato un crowdfunding con lo scopo di raccogliere 20mila euro, non andato a buon fine a causa dell’emergenza sanitaria.
Prenotazione consigliata sul sito www.giornatefai.it con una donazione di 3 euro.