Cesena
Palazzo Oir è del Comune: “Pinacoteca pronta in quattro anni”
La cessione è cosa fatta: questa mattina la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena ha donato con atto notarile il Palazzo Oir al Comune, concretizzando l’impegno preso a fine 2017.
La Fondazione perde così la proprietà dello storico palazzo settecentesco, acquisito 12 anni fa dall’allora Ausl Cesena per trasferirvi la propria pinacoteca.
Un progetto, quello della pinacoteca, che nel tempo si è evoluto. Forti del contributo di tre milioni di euro stanziato dal Ministero per i Beni Culturali e da fondi comunali quasi equivalenti (2,8 milioni di euro), il palazzo dell’Ospedale e Istituzioni Riunite diventerà il punto di riferimento per l’arte in città. La futura pinacoteca cittadina comprenderà opere della pinacoteca comunale, opere della Fondazione (il protocollo di comodato è stato firmato oggi) e opere di proprietà di Crédit Agricole Italia (protocollo firmato nel luglio scorso).
A margine dell’atto, il presidente della Fondazione Carisp Roberto Graziani ha ringraziato i suoi predecessori: “Porto a compimento un percorso, per questo devo ringraziare chi mi ha preceduto a partire dal cavalier Davide Trevisani che non solo fu il primo a pensare al progetto di pinacoteca cittadina, ma che negli anni ’70 pensò a questa collezione”.
Massimo Tripuzzi, dirigente per la Romagna del Gruppo Cariparma Crédit Agricole, si è mostrato sorpreso per una condivisione trasversale che ha retto la prova del tempo: “Questo progetto è stato portato avanti con convinzione da diversi presidenti di Fondazione e dai diversi sindaci succedutisi. Anche per questo abbiamo sposato il progetto sin dall’inizio, dal gennaio 2018, arrivando a stipulare nel luglio scorso la concessione in comodato delle opere di proprietà della banca”.
Il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha tracciato invece il cronoprogramma dell’intervento: “Avevamo programmato la donazione dell’immobile e la sottoscrizione dell’ultima convenzione di comodato entro la fine di ottobre, ed è cosa fatta. Entro il mese di novembre procederemo alla sottoscrizione del disciplinare per le procedure di attuazione dell’intervento con il ministero dei Beni Culturali e il suo segretariato regionale, che collaboreranno in fase di progettazione e appalto. Entro la fine dell’anno individueremo il progettista, per pubblicare l’appalto nella seconda metà del 2020 e aprire il cantiere nella prima metà del 2021. La conclusione dei lavori è prevista entro il dicembre 2023, così da inaugurare l’opera nei primi mesi del 2024”.
Poche le indicazioni su ciò che conterrà la pinacoteca e sulle modalità di gestione, i tempi non sono ancora maturi: “Ne parleremo quando passeremo dal contenitore al contenuto, pensando alla direzione scientifica della pinacoteca – ha aggiunto il sindaco Lattuca –. Non possiamo pensare però di esporre tutto contemporaneamente nello stesso posto, vale per il museo archeologico e vale per la pinacoteca. Qui saranno esposte le opere più significative e di maggiore richiamo, con una certa percentuale di ricambio”.
La parte posteriore dell’edificio, adibita ad ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell’Ottocento, è stata demolita alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per lasciare posto ad un condominio con sottostante Galleria di transito.
Il Palazzo è stato acquistato dalla Fondazione nel 2007 e donato oggi al Comune di Cesena.
La facciata del Palazzo si fregia ancora dell’antico portone di legno intarsiato, un’opera d’arte rara nel suo genere, anche per i numerosi dati storici e documentari che riporta. Tutte le bugne, infatti, presentano decorazioni con stemmi e iscrizioni relativi ai maggiori benefattori del pio istituto, dal 1424 agli anni di fabbricazione del portone attorno al 1630.
L’originale manufatto fu messo in opera da Gregorio Razzani nell’ambito di una serie di lavori di ampliamento dell’antico Ospedale del Santissimo Crocefisso voluti da Malatesta Novello.
Successivamente, nel 1776, a seguito della costruzione del nuovo edificio su progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini, il portone fu adattato nel sottoportico del palazzo a chiusura dello scalone di ingresso.