Cesena
Cosa succede dopo un incidente stradale? Lo spiega “Preveni…amo”
Cosa succede dopo un trauma grave da incidente, stradale, o sul lavoro, o anche sportivo? Come cambia la vita di chi lo subisce e della sua famiglia? Come si muovono gli agenti e i sanitari che accorrono sul posto dell’incidente? E nel tempo come si “sopravvive”? Rispondere a queste domande può essere traumatico ma a volte gli shock sono benefici perché aiutano a riflettere, distratti come siamo dal cellulare, dalla mancanza di tempo, dalla cosiddetta vita di tutti i giorni.
Lunedì 18 novembre nell’Aula magna di Psicologia, gli studenti di quarta e quinta superiore delle scuole di Cesena parteciperanno alla seconda edizione di “Preveni..amo”, presenti il sindaco Enzo Lattuca, il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Stefano Busetti, i medici del Trauma center Ospedale Bufalini, la Polizia locale e il campione di motociclismo Luca Marconi.
Secondo i dati rilevati dalla Polizia locale di Cesena nel triennio 2017/2019 – aggiornati allo scorso 6 novembre – nel 2017 i sinistri stradali sono stati 776, nel 2018 erano 737, nel 2019 per ora siamo a 732, una media di più di due al giorno. Di questi, ben 7 mortali contro i 4 mortali del 2018 e i 2 nel 2017. Un tristissimo primato, quello del 2019.
Una vera e propria maledizione che si deve combattere, stando almeno al progetto Preveni..amo, su Cesena alla seconda edizione, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e dell’Università, pensato da medici e professionisti del Trauma center dell’Ausl Romagna, con sede al Bufalini di Cesena da dove passa la maggior parte degli incidenti che accadono sul territorio romagnolo. Stamane in Comune si è svolta la presentazione, con il sindaco Enzo Lattuca, Vanni Agnoletti, direttore dell’Unità operativa Anestesia e rianimazione e responsabile del Trauma center, Luca Ansaloni, direttore di Chirurgia generale e d’urgenza, Costanza Martino dell’Unità operativa Anestesia e rianimazione, Carlo Fabbri, direttore della Gastroenterologia di Cesena, Luca Venturini della Polizia Locale Cesena Montiano e Massimo Cicognani, coordinatore del Campus universitario.
Il format di Preveni..amo non prevede lezioni frontali sulla sicurezza ma tramite video e testimonianze dei diretti interessati comunica in modo indiretto, mostrando il punto di vista del medico, senza filtri, senza occultare la morte o la sofferenza talvolta inesorabile.
“Far vedere agli studenti immagini forti o emozionanti – spiega il dottor Vanni Agnoletti – aiuta a fissare il messaggio. Tutti abbiamo sbagliato quando siamo in strada, la maggior parte delle volte va bene, nel 10 per cento dei casi va male, noi mostriamo cosa succede in quei casi”.
Otre a vedere i video, i ragazzi (per ora hanno aderito una trentina di classi) potranno intervenire e fare domande. Da loro è stata ideata la locandina promozionale dell’evento. Mercoledì 29 novembre ci sarà un secondo momento dedicato agli studenti universitari nell’Aula magna del nuovo Campus.
“Attendiamo circa 400 ragazzi – ha detto la dottoressa Costanza Martina – ne abbiamo incontrati già altri mille nelle altre città. Le curiosità sul lavoro del medico, l’impatto emotivo con le storie di chi ha vissuto sulla propria pelle i traumi, lasciano un grande segno e hanno una funzione potentemente preventiva. Sappiamo che poi i ragazzi tornano a parlarne in classe con i professori”.
“Comunicare il nostro vissuto di operatori sanitari ha un effetto preventivo immediato – ha ribadito Luca Ansaloni – farlo è un nostro dovere. Il dolore che noi stessi affrontiamo deve trasformarsi in un metodo migliore di prevenzione”.
“Se beviamo troppo, andiamo troppo in fretta o mandiamo un messaggino in un momento non opportuno, il nostro comportamento sbagliato non riguarda quel preciso momento in cui siamo alla guida, ma “è figlio di un dolore che ci accompagna da tanto tempo prima – ha fatto notare Carlo Fabbri – ed è importante che di questi temi si occupino le istituzioni e gli enti formativi”.
“Sono molti i punti che accomunano l’università a questo progetto – ha sottolineato Massimo Cicognani – dalla raccolta dati sui sinistri ai temi del corso di ingegneria biomedica che, dico ‘purtroppo’, progetta gli organi artificiali e studia il recupero delle lesioni post trauma. È bene che anche gli studenti universitari partecipino a Preveni..amo.
Totale la disponibilità dell’Amministrazione comunale. Il sindaco Enzo Lattuca preannuncia per il 2020 un progetto ben più ampio, che coinvolgerà varie fasce di pubblico con iniziative diverse. “Predisporremo un calendario di appuntamenti su questo tema fondamentale. Il momento in cui un giovane prende il patentino per la moto, o la patente per l’auto sono delicati e accompagnarli con la prevenzione è un bene – ha detto Enzo Lattuca – ma anche partire dalle scuole elementari si è mostrato un buon metodo. I bambini, per esempio sulle tematiche ambientali, si sono rivelati ottime sentinelle per i genitori, trasmettendo loro efficacemente buone pratiche”.
Su 100 adolescenti, solo 5 hanno un motorino oggi, ha detto Luca Venturini. I genitori hanno paura a concederlo, le strade non sono più quelle di trent’anni fa.
“Ma fargli sperimentare un motociclo – spiega Luca Venturini – è un bene perché il giovane prende contatto con la strada senza arrivarci direttamente con l’automobile, quando la tentazione della velocità è fortissima ma il neo conducente non è abbastanza preparato”.