Nasce il Distretto dell’informatica romagnolo

I talenti bisogna tenerseli stretti e Cesena ci prova.

Il 28 novembre, per iniziativa di alcune aziende e di Ser.In.Ar, si costituirà formalmente presso il centro polifunzionale ex Macello in via dei Mulini, il Distretto dell’informatica romagnolo (Dir).

Cosa piuttosto unica nel Belpaese, pare. C’è un’analoga realtà in Puglia, ma di carattere in qualche modo istituzionale che nulla a che fare con il germoglio di idee bottom un, nato da esigenze, talenti, connessioni presenti sul territorio che da circa sei mesi a questa parte si stanno coagulando intorno al progetto.

Coordinato da Alessandro Ricci, professore associato del Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria del campus universitario cesenate, e da Paolo Teodorani in rappresentanza delle circa 50 imprese che hanno informalmente aderito finora, il Dir avrà sede fisica in via dei Mulini.

Che l’Italia fosse la terra dei distretti non è una novità, che il territorio romagnolo fosse caratterizzato da un’alta densità di imprese dell’informatica è altrettanto noto, che nascesse un distretto ad hoc non era però scontato. A dargli corpo, spiega il professor Ricci, che ha presentato stamane alla stampa il progetto insieme all’assessore all’Università Francesca Lucchi e al direttore di Ser.In.Ar. Fabrizio Abbondanza, la riflessione che la capacità innovativa delle piccole e medie imprese informatiche locali non è conosciuta. “Gli studenti e il territorio sanno che abbiamo in casa aziende, per quanto piccole, spessissimo fortemente innovative?”.

Una ricchezza in grado di trasformarsi in benessere per l’intero territorio, in cui la richiesta di figure professionali con competenze informatiche è marcatamente superiore all’offerta.

“È in atto sempre più – spiega il professore – un fenomeno di ritorno dei nostri neolaureati, partiti alla ricerca di collocazione professionale nelle grandi realtà, che rientrano perché trovano la loro dimensione di benessere e soddisfazione professionale nelle piccole e medie imprese che sul nostro territorio spesso sono in grado di competere a livello internazionale e nello stesso tempo sanno investire sulla crescita della persona”.

Mettere in rete queste realtà con altre realtà imprenditoriali, e contemporaneamente con la scuola, l’università, le associazioni di categoria è il passo fondamentale, per offrire un’attività di orientamento e trattenere i cervelli a casa.

Eventi formativi, incontri, occasioni di trasmissione dei know out tra coloro che faranno parte del Distretto, saranno pane quotidiano con vantaggio sia per le stesse imprese informatiche che per i neo-laureati e i neo-diplomati. Non tutti ambiscono all’Università, e il percorso verso una formazione professionale post diploma sarà pane per il Dir. I benefici si estendono anche alle imprese non del settore ma che dell’informatica hanno bisogno in quanto competenza trasversale a tutti gli ambiti e non prescindibile.

Il sostegno dell’Amministrazione comunale, che patrocina il progetto, è totale, ha assicurato l’assessore Lucchi. “Si tratta di qualcosa che guarda lontano, frutto di 30 di presenza dell’università sul territorio, che ora viene alla luce”.

Se l’Università ha una Terza missione da realizzare, concordano Ricci e Lucchi, eccola esplicitata con chiarezza in un distretto non vorrà essere ente avulso dalla terra che lo genera ma anzi si nutrirà, in senso positivo, delle relazioni tra le persone, del circolo virtuoso che da queste potrà nascere. “Al centro ci sarà non l’informatica – sottolinea Ricci – ma la comunità”.

“Il Dir – ha detto il direttore di Ser.In.Ar. Abbondanza – ha le sue radici nel 1989, quando è nato il corso di laurea in Scienze dell’informazione a Cesena. Nell’anno accademico 2013/2014 in terra di Romagna avevamo un’Unità del Dipartimento di Informatica-Scienza e Ingengnera.  È naturale per Serinar, da sempre attenta a come la realtà universitaria si incardina sul territorio, rispondere a questa chiamata mettendo a disposizione tutti gli strumenti necessari”.

Il Dir sarà composto da un Comitato esecutivo ovvero l’organo decisionale, e dall’assemblea degli aderenti, ovvero le imprese informatiche, con un comitato di garanzia. L’adesione, che sarà raccolta a partire dal 28 novembre, è libera, unico vincolo, il rispetto del codice etico.

“Non inseguiamo la Silicon Valley – ha concluso il professor Ricci – né l’obiettivo della massimizzazione produttiva che pure riguarderà le attività, ma prima di tutto vogliamo realizzare un progetto culturale”.

La presentazione del 28 novembre è aperta a tutti, inizio alle 17.