Nuovo volume ispirato alla pedagogia di Gianfranco Zavalloni

Non svanisce il ricordo e l’eredità di Gianfranco Zavalloni tra i suoi amici, colleghi ed educatori che a lui si ispirano. Sabato 7 dicembre, giorno in cui avrebbe compiuto 62 anni, alle 16 al Palazzo del Ridotto verrà presentato il quarto numero della collana ‘I quaderni della lumaca’ con riflessioni e testimonianze nel solco della sua pedagogia.

Edito come sempre da Fulmino edizioni, quest’ultimo volume è dedicato all’errare. “Rappresenta la possibilità di riflettere intorno ad alcuni principi fondanti della concezione di Gianfranco Zavalloni ─ spiega Ivana Lombardini del gruppo di lavoro dei Quaderni ─ . I contributi indagano il rapporto dell’uomo con il mondo di natura e di cultura in cui vive e il valore attribuibile e attribuito all’errore. Sono due le accezioni, l’ambivalenza etimologica, del verso errare – vagare senza meta e sbagliare –  ad essere affrontate con sguardi differenti, nati da esperienze e competenze diverse. Si viene così ricondotti all’apprendimento come condizione primaria dell’uomo che, mediante l’erranza, l’incertezza e l’errore, procede nel cambiamento: gli errori hanno condotto l’umanità a scoperte, invenzioni, crescita intellettuale, ma sono state necessarie osservazione riflessione, consapevolezza e comprensione del sé, dell’altro e dell’imprevisto, per modificare e modificarsi”.

Morto nell’agosto del 2012, Zavalloni è stato un maestro di scuola materna (primo uomo a ricoprire tale ruolo in Emilia-Romagna), pedagogista, dirigente scolastico ‘contadino’, come amava definirsi, a lungo impegnato per realizzare una «scuola creativa, aperta all’ecologia, alle abilità manuali, alle lingue locali, alla multiculturalità».

Alla presentazione, coordinata dalla psicoanalista Alide Tassinari e intervallata dalle note del sassofono di Enrico Benvenuti, interverranno, tra gli altri: Stefania Fenizi, moglie di Zavalloni e insegnante in una scuola elementare; Edoarco Martinelli, allievo di Lorenzo Milani alla Scuola di Barbiana e coautore di ‘Lettera a una professoressa’, Stefano Sturloni, atelierista nelle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia ed Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico e co-fondatore del ‘Gruppo educhiamoci alla pace’.