Amadori, ore ridotte e tante accortezze per la sicurezza dei dipendenti

C’è chi resta a casa, per limitare la diffusione del contagio da Covid19, e chi invece proprio non può. Non solo medici e infermieri, impegnati ogni giorno in prima linea, ma anche appartenenti alle forze dell’ordine, operatori dell’informazione, lavoratori nei servizi essenziali. Tra loro, gli addetti alle industrie alimentari come i 5mila lavoratori del gruppo Amadori.

Il Corriere Cesenate ha sentito dei lavoratori Amadori impiegati a San Vittore di Cesena. Hanno confermato la riduzione dell’orario di lavoro dalle canoniche otto ore a sei ore e mezza, oltre al cambio di turni per non sovraffollare i reparti e far sì che negli stessi si possa incrociare meno gente possibile.

Da parte dell’azienda, che vede tutte le proprie sedi a Cesena e in Italia aperte e operative, sono state prese diverse misure.

“Ci sono sanificazioni straordinarie nei reparti produttivi, negli uffici e spazi comuni come spogliatoi, mensa e aree ristoro. Sono state messe a disposizione mascherine con caratteristiche conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie e ogni giorno, prima dell’ingresso al luogo di lavoro, ogni dipendente viene sottoposto al controllo della temperatura corporea tramite termoscanner”.

L’azienda conferma di aver adottato una diversa organizzazione dei turni di lavoro e incentivato le attività di smart working: “Inoltre, per ulteriore garanzia, si sta provvedendo anche a inserire pareti divisorie in alcuni reparti produttivi, per garantire maggiore separazione fra gli addetti in linea. Sin dalle prime settimane della crisi abbiamo svolto una costante attività di sensibilizzazione verso i lavoratori, comunicando attraverso tutti i canali ufficiali le disposizioni igienico-sanitarie e le corrette norme di comportamento prescritte dai Decreti governativi. Sono state date disposizioni precise e rigorose da adottare in reparto e negli uffici, come mantenere la distanza indicata dalle normative ed evitare la concentrazione ai punti marca schede, nelle sale ristoro, nei bar”.

Comunicazioni che non sono rimaste sulla carta: “All’interno delle aree comuni ci sono dipendenti incaricati proprio di far rispettare gli obblighi. Inoltre, gli accessi ai siti aziendali da parte di esterni sono autorizzati solo ai fornitori necessari a garantire la continuità produttiva e sono accuratamente regolamentati. Anche i punti vendita aziendali sono riservati solo ai dipendenti. Tutte queste disposizioni continueranno fino alla fine dell’emergenza sanitaria”.

“Il Gruppo, insieme a tutte le persone della sua filiera, porta avanti questo impegno nei confronti del Paese con forte senso civico e ringrazia tutti i collaboratori che quotidianamente con il loro lavoro contribuiscono a garantire la continuità di questi servizi”.

Tutte questi provvedimenti sono stati presi di comune accordo con i sindacati, come ci conferma un rappresentante di Fai-Cisl: “L’azienda sta applicando da tempo tutte le misure necessarie per la sicurezza dei dipendenti. Molte nostre richieste sono state accolte e l’obiettivo comune è quello di garantire la sicurezza dei lavoratori. Paradossalmente i rischi cominciano quando i dipendenti, in molti casi, passati i cancelli dell’azienda a fine turno si fermano a parlare tra loro a distanza ravvicinata. Dobbiamo spingere ancora sulla responsabilizzazione di tutti”.