Coronavirus. “In Spagna è precipitato tutto in un giorno”, dice il giovane di San Giorgio, Michele Abbondanza

Continua a mietere vittime senza sosta il virus del Covid-19 in Spagna. Il paese iberico, facendo riferimento ai dati raccolti dall’università Johns Hopkins, è il secondo stato al mondo, subito dietro all’Italia, per il più alto numero di decessi. A sabato 28 marzo si contano 5690 morti per un totale di 72248 casi di Coronavirus fatti registrare fino ad ora, con 12285 persone dichiarate guarite. 

A Barcellona vive da ormai un anno il 27enne Michele Abbondanza originario di San Giorgio a Cesena. Sempre da Barcellona abbiamo pubblicato la testimonianza del cesenate Giacomo Andreucci che i lettori possono trovare qui a fianco.

Michele, come sta proseguendo la sua permanenza nella ‘capitale’ catalana?

“Non è facile vivere qui in questo delicato momento. La città è vuota, io abito in un appartamento di 70mq con altre due persone e una sola finestra. Dopo qualche giorno si avverte la necessità di uscire e respirare l’aria”.

Come ha reagito il governo spagnolo all’emergenza del Coronavirus?

“La situazione è stata nascosta tanto tempo, fino a che da un giorno all’altro e all’improvviso, è stato imposto il ‘codice rosso’. Lo scorso 15 marzo, il presidente del governo Pedro Sanchez ha imposto che l’indomani sarebbe stato possibile uscire di casa solo per emergenze mediche o comprovate esigenze, tra le quali il lavoro e la spesa. Sono state chiuse tutte le attività commerciali non necessarie, come avvenuto in Italia. Questi interventi drastici sono stati prorogati dal Parlamento fino al 15 aprile”. 

La popolazione ha rispettato le disposizioni?

“La gente inizialmente è andata in panico generale non potendo muoversi liberamente, non era pronta a questa misura restrittiva. I supermercati sono stati presi d’assalto e solo dopo una settimana la situazione si è stabilizzata. Mascherine e gel igienizzanti sono ora introvabili”.

L’attenzione quindi è aumentata da parte dei cittadini.

“Anche il semplice gesto di buttare l’immondizia nel cassonetto pubblico deve essere fatto con i massimi criteri di attenzione. Indossiamo guanti e mascherine. Capisco anche le persone che abbiano trasgredito le regole nei primi giorni, non è facile vivere così per diverse settimane”.

Continua a lavorare?

“Io sono pizzaiolo da ormai 7 anni e il mio datore di lavoro ha scelto di chiudere l’attività per tutelare noi dipendenti, nonostante potessimo restare aperti per le consegne a domicilio”.

Come passa il tempo a casa?

“Cucino insieme ai miei coinquilini, guardiamo film, ci alleniamo con i pesi e ci riposiamo”.

Cosa vuole riferire ai suoi cari?

“Spero che la situazione si risolva presto per poter tutti ritornare a circolare e passeggiare come persone normali. Faccio un grosso ‘in bocca al lupo’ alla Romagna”.