Inquinamento in alto nonostante il Coronavirus e le restrizioni conseguenti

Nonostante il lockdown, il drastico calo del traffico e del trasporto merci e le fabbriche chiuse, nel week end appena trascorso è tornato lo smog. Nella giornata di sabato 28 marzo, e in misura minore anche domenica 29, tutte le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria di Arpae dell’Emilia-Romagna hanno registrato valori estremamente elevati di particolato Pm10. A Cesena i livelli sono stati rispettivamente di 127 µg/m³ e 109 µg/m³, mentre a Savignano sul Rubicone di 133 µg/m³ e 121 µg/m³. Sono invece rimasti pressoché invariati livelli di particolato Pm2.5, che a Cesena non vengono registrate. 

Le polveri sottili (Pm2.5) sono prodotte dai motori dei veicoli, dai generatori, dagli stabilimenti industriali, ma anche da incendi boschivi e fonti naturali. Le particelle di maggior diametro (Pm 10) sono generalmente emesse da una varietà di fonti, dal transito dei veicoli sulle strade, dai cantieri e anche dall’erosione dei suoli da parte del vento.

Da dove arriva dunque questo inquinamento? “La spiegazione a questo fenomeno è da individuare nel trasporto di masse d’aria a grande scala proveniente da est, in particolar modo dall’area del mar Caspio, che hanno investito l’Europa centrale trasportando elevate concentrazioni di dust (polveri) — informano i tecnici dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente Emilia-Romagna —. Parte di questa corrente ha investito anche il nord d’Italia e, poiché proveniva da est, si è ‘introdotta’ all’interno del bacino padano rimanendo intrappolata dall’arco alpino e appenninico. I valori più elevati in Romagna rispetto all’Emilia, sia nella giornata di sabato che di domenica, sono attribuibili alla provenienza da est di questo trasporto. Infatti una analisi delle back trajectories mostra la provenienza della massa dall’area del mar Caspio e, attraversando il Mar Nero e la penisola balcanica, giunge  fino a noi”.