Gelata notturna, notevoli i danni all’agricoltura

Un’altra nottata gelida in Romagna, dopo quella del 24 marzo e di ieri 1 aprile. All’alba di oggi 2 aprile la colonnina di mercurio è scesa fino a 6 gradi sottozero a Faenza, con una media di -3 gradi nel ravennate e forlivese. E’ andata un po’ meglio a Cesena, con temperature che hanno oscillato fra 0 e -3 gradi a seconda delle zone.

“Nella mia azienda il termometro ha segnato 2 gradi sottozero” spiega l’agricoltore Davide Modigliani che ha l’azienda agricola in località Bulgarnò, al confine con il comune di Cesenatico. “Sono entrato nei frutteti e ho notato forti danni sulle albicocche, ma c’era da aspettarselo perché è un frutto che risente più di altri del freddo. Anche nelle nettarine ho notato problemi: aprendo i frutticini diversi all’interno erano neri, segno del congelamento”.

Le cose dovrebbero essere andate meglio per le pesche: su queste gli eventuali danni si potranno notare fra 4-5 giorni in quanto i frutti colpiti cadranno. Anche le ciliegie dovrebbero averla scampata con lievi perdite.

“La gelata è solo l’ultimo dei problemi – precisa Modigliani – in quanto questo 2020 non è certo avaro di situazioni negative. Il Coronavirus rallenta le vendite o le rende più complicate con un aumento dei costi, mentre già dobbiamo fare i conti con la carenza di manodopera”.

Nei giorni scorsi l’agricoltore ha iniziato la raccolta delle fragole che, essendo sotto serra, non hanno avuto problemi e sono pronte anche per la vendita diretta in azienda in via Vetreto.

“Ho diversi dei miei fidati operai – continua – che sono bloccati nelle loro case in Bulgaria e in Marocco e non sanno se potranno venire qui per il lavoro. Fra poche settimane inizia il diradamento e poi ci sarà la raccolta delle fragole, delle ciliegie e poi delle pesche. Al momento ho solo due operai a disposizione, ma nel clou dei lavori sarà dura trovare gente disponibile”.

Ora i produttori dovranno aspettare il termine di queste nottate gelide, in quanto anche domani mattina potrebbero esserci forti abbassamenti della temperatura. Poi, quando il danno sarà più chiaro, si dovrà procedere con il diradare in maniera sistematica quello che si è salvato: produrre meno frutti ma di calibro maggiore e di migliore qualità permetterà di ottenere comunque un minimo di reddito”.