Dall'Italia
Diga di Ridracoli e mancanza d’acqua, siamo a un quarto della capacità
L’invaso di Ridracoli sta soffrendo. I dati indicati di seguito sono stati presi dal sito ufficiale della diga di Ridracoli agggiornati al 17 ottobre scorso. Il 16 ottobre l’acqua ha toccato i 522,77 metri sul livello del mare e la diga conteneva circa 8,6 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla media storica per lo stesso periodo dell’anno di 528,42 metri e circa 11,5 milioni di metri cubi su una capacità complessiva di 33.06 milioni di metri cubi d’acqua, ovvero quasi 3 milioni di metri cubi in meno rispetto alla media del periodo.
A rassicurare i romagnoli dai valori preoccupanti descritti sopra è il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè che spiega: «Abbiamo già 4 milioni di metri cubi d’acqua utilizzabili, quindi fino a gennaio 2018 possiamo garantire i servizi. Ma è anche vero che è necessario che piova o nevichi».
Continua Bernabè: «A Ridracoli piove poco. A ottobre 2016 erano caduti ben 105,6 mm di pioggia mentre quest’anno solo 12,6. Da gennaio a ottobre di quest’anno 707 rispetto ai 1.254 di un anno fa. Ormai la siccità è una costante se consideriamo la sequenza degli anni asciutti: 2003, 2007, 2011, 2012 e 2017. L’anno scorso si sono prese delle contromisure concrete con la messa in funzione del Nip2, il potabilizzatore della Standiana a Ravenna che copre tuttora il 30% del fabbisogno della Romagna oltre alle già utilizzate falde nel riminese, tutto per risparmiare il più possibile le riserve d’acqua di Ridracoli».
Conclude: «Questo clima impone alle istituzioni romagnole, oltre ad impegnarsi per risparmiare acqua, la necessità di allungare il Cer (Canale Emilano Romagnolo) fino a Rimini e progettare una nuova diga in una delle valli romagnole».
Causa principale del “prosciugamento” dell’invaso di Ridracoli sembra essere quindi l’anomala (per il periodo) ondata di caldo che ha fatto alzare le temperature sopra la norma con alcuni picchi di 25°C nel mese di settembre e inizio ottobre. La colpa viene ricondotta alla tempesta tropicale “Ophelia” che, colpendo il nord Atlantico in questo periodo, richiama le correnti calde sull’Europa centrale mantenendo le temperature su valori quasi estivi. Questo comporterà il rinvio delle perturbazioni autunnali a non prima di domenica 22, prolungando ulteriormente la sofferenza della diga. I modelli matematici sostengono che anche l’inverno non sarà generoso con le precipitazioni, il che non è per nulla incoraggiante data l’attuale situazione, ma come ha detto Bernabè in una dichiarazione a giugno di quest’anno, «Prima o poi le piogge arriveranno».