Alluvione, il ministro Musumeci a Faenza: “Vanno cambiate le norme per una rapida ricostruzione”

Ricostruzione e prevenzione. Sono queste le parole su cui più volte si è soffermato il ministro alla Protezione civile, Nello Musumeci, durante la sua visita di oggi, venerdì 12 maggio, a Faenza, colpita dall’alluvione. Da una parte la ricerca di fondi per aiutare nel breve e medio termine il territorio romagnolo a rialzarsi – le stime regionali parlano di danni da un miliardo di euro – dall’altra la necessità di puntare su una diversa prevenzione e progettazione contro i rischi idrogeologici. “In Italia il 94 per cento dei nostri territori è a rischio frane o alluvioni – ha detto il ministro Musumeci – e quello che è successo in questi giorni in Emilia-Romagna poteva avvenire ovunque. Serve dunque una prevenzione costante e articolata sul territorio, ragionando secondo un’ottica di priorità”.

Tra Fondo di coesione e Pnrr, “Troveremo le risorse necessarie per la ricostruzione”

Per fare questo, è necessario però una grande quantità di investimenti. Le risorse per riparare i danni provocati da frane e alluvioni nel Faentino, nella Bassa Romagna e nel Bolognese “verranno trovate e spese bene”, dice il ministro, partendo dal supporto alle popolazioni. “Sui numeri bisogna essere prudenti – ha aggiunto il ministro – e non voglio al momento fare promesse. Per quanto riguarda le stime dei danni subiti fornite dalla Regione, il nostro Dipartimento valuterà la conta dei danni. In ogni caso, al centro c’è la prevenzione dei territori e la copertura finanziaria va assicurata, utilizzando là dove possibile i fondi Pnrr – i cui interventi però devono essere compiuti entro tre anni e non lasciano spazio a grandi opere complesse – oppure tramite il fondo di sviluppo e coesione o altre opportunità extra bilancio”.

Musumeci: “Vanno cambiate le norme per la ricostruzione in Italia”

Rispetto all’appello di una ‘legge speciale‘ per aiutare il territorio nella ricostruzione, il ministro ha specificato che “in questo momento non credo che serva una legge speciale. Di leggi in Italia ce ne sono già troppe e un buon 60 per cento di queste non vengono rispettate. Se serve, valuteremo di modificare qualche norma sulla ricostruzione post-calamità, perché in Italia le ricostruzioni possono durare anche trenta o quarant’anni, e questo è inconcepibile. La ricostruzione deve avere una scadenza certa”. L’attività progettuale sarà graduale, illustra il ministro dopo l’incontro con i sindaci, e si punterà sulla ricostruzione e consolidamento di infrastrutture sovracomunali, in particolare quelle legate alla viabilità. “Daremo la precedenza al ripristino delle infrastrutture strategiche – specifica – e a fare ritrovare una condizione di normalità alle famiglie colpite dall’alluvione”. Inoltre “Serve anche una diversa sensibilità da parte dei cittadini su questi temi, per ridurre i rischi”.

L’incontro col mondo della Protezione civile e dei volontari: “Alcune leggi hanno ‘inquinato’ il Terzo settore, dobbiamo evitare certe derive”

La visita a Faenza è stata l’occasione per ringraziare il mondo della Protezione civile, dei volontari e degli organi degli enti che hanno lavorato da dieci giorni a questa parte dopo l’evento alluvionale di martedì 2 maggio che ha colpito il territorio. Assieme al ministro erano presenti, tra gli altri, il capo dipartimento Nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale, Davide Baruffi, il presidente della Provincia, Michele De Pascale, il sindaco di Faenza e presidente dell’Unione della Romagna Faentina, Massimo Isola, Eleonora Proni, presidente dell’Unione della Bassa Romagna e i sindaci dei Comuni colpiti dalla calamità idrologica. Tra i presenti, senatori e onorevoli della Repubblica, consiglieri regionali i rappresentanti dei vigili del fuoco, delle forze di polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza, del corpo carabinieri-forestali e delle polizie locali del territorio. 

“Senza il volontariato non esisterebbe tutto il sistema su cui si regge la Protezione civile – ha detto il ministro – e questo vale anche per altri ambiti in cui opera il terzo settore, come l’ambiente e il sociale. Chi presta la propria opera a titolo gratuito per la comunità è un tesoro che va tutelato e valorizzato. Vorrei che il volontariato tornasse in Italia alla sua essenza originaria: negli ultimi anni alcuni leggi hanno ‘inquinato’ il terzo settore, dobbiamo evitare che accada questo. Il volontario non è un lavoratore part-time: lo fa perché offre se stesso. Giusto aiutarlo in un’ottica di rimborsi, ma temo che si stia professionalizzando in senso negativo la missione del volontario”.

Il sindaco Massimo Isola: “Sugli investimenti sul nostro territorio il ministro ha preso impegni precisi”

“Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci – ha detto il sindaco di Faenza Massimo Isola – ci ha fatto visita questa mattina. Ci siamo incontrati per ringraziare i tanti volontari, provenienti da diverse parti di Italia e dall’associazionismo faentino, che hanno messo a disposizione energie, risorse e tempo per aiutarci a risollevarci dall’alluvione. Di nuovo un grande, enorme, grazie. La mia gratitudine va anche ai tanti dipendenti dell’Unione della Romagna Faentina e tutte le forze dell’ordine che da dieci giorni si sono messi a completa disposizione dell’emergenza e stanno lavorando senza sosta. Con questa visita, il Governo ha voluto non solo portare la sua vicinanza, ma anche prendersi un impegno. La collaborazione tra istituzioni deve poter garantire i giusti indennizzi a chi ha subito danni ingenti, perdendo ricordi, pezzi di vita e il frutto, spesso tanto sudato, del proprio lavoro. Non appena la prima fase dell’emergenza sarà chiusa, è urgente prevedere nuovi importanti investimenti per la protezione del nostro territorio. Il Ministro, anche su questo, ha preso precisi impegni”.