Dall'Italia
Meeting di Rimini, Andreatta (ufficio stampa) illustra all’Ucsi Emilia-Romagna come si racconta l’evento “volto per volto”
Un evento da centinaia di migliaia di persone, raccontato volto per volto. A farlo, ogni giorno, è l’ufficio stampa del Meeting. Il responsabile, Eugenio Andreatta, l’ha raccontato a una delegazione dell’Ucsi Emilia-Romagna, guidata dal presidente Francesco Zanotti, in visita al Meeting ieri, giovedì 24 agosto.
Un aspetto inedito, quello che hanno potuto toccare con mano i giornalisti dell’Ucsi, del grande laboratorio crossmediale che ogni giorno racconta al mondo i contenuti del Meeting. I numeri sono da capogiro, sia per la densità degli incontri e dei contenuti della kermesse riminese sia per il lavoro tecnico dell’ufficio stampa dove, oltre ai due responsabili, lavorano 150 volontari. Si parla di oltre 6.500 servizi giornalistici e milioni di visualizzazioni sui social, oltre i passaggi su radio e tv che quasi non si contano.
Ma il taglio con il quale Andreatta e la sua squadra, con in testa Filomena Armentano, hanno deciso di raccontare questa vastità è quello della comunità e delle relazioni. Un esempio su tutti. Sono già quasi 15mila le foto caricate sul sito in questi quattro giorni di Meeting, con una media di più di 3mila al giorno. Istantanee che seguono tre grandi principi generali, spiega il responsabile della redazione fotografica, Giacomo Bellavista: “Sguardi, gesti e assoluta invisibilità del fotografo. Non ci dobbiamo mostrare: tutti gli scatti devono essere di vita reale”. Incontri, abbracci, volontari: quello che “fa” il Meeting, colto nella sua immediatezza, magari a partire da angolazioni o tagli particolari.
Da quest’anno poi, racconta Andreatta, c’è una sezione del sito, interamente dedicato alla “storytelling” con una persona dedicata che ha intervistato e raccontato 150 storie di volontari, ospiti e persone del Meeting. Altra novità dell’edizione 2023 è l’edizione in arabo della rassegna stampa quotidiana che assicura visibilità all’evento in una parte di mondo con la quale il Meeting intrattiene relazioni da anni.Ecco perché l’abbiamo definito un “laboratorio crossmediale”: se fino a qualche anno fa il Meeting comunicava se stesso essenzialmente con i comunicati (120 a edizione) e con un inserto di 8 pagine che esce ogni giorno con il quotidiano Avvenire, oggi sono tantissimi i canali e le forme per diffonderne i contenuti.
Al Padiglione D1, da quest’anno c’è uno spazio social dedicato alle interviste. “Bagno 44. Social media team #Meeting23” è il nome dello spazio aperto nel quale si raccontano “i volti” e le persone del Meeting in diretta social. Dietro, ci lavorano 20 persone. “Tra loro anche un prete che sta studiando comunicazione e anche una ragazza che viene dall’Argentina – dice Carlo Colombo, responsabile dei social -. Abbiamo totale libertà di racconto. Prima ci siamo specializzati sui social in modo statico, oggi lavoriamo molto sui video e mettiamo in primo piano i volti. Volti che ci accompagnano”.
Risulta particolare anche il punto di vista di Federica Cipressi, responsabile del Fundraising: “Raccogliere fondi per il Meeting significa ‘costruire cultura, raccontare bellezza e aiutare a condividerla per creare una nuova civiltà”.
Lungo i viali della fiera affollati da un popolo di giovani e di famiglie, al termine del loro tour i giornalisti Ucsi incrociano anche il presidente del Meeting, Bernard Scholz, che, da giornalista pure lui, fornisce il suo punto di vista dei rapporti con gli operatori dei media. “Noto da qualche tempo una maggiore attenzione ai temi non politici – dice Scholz nel tentativo di fare comprendere come per i responsabili della kermesse organizzata da Cl questa non vuole essere una passerella estiva per ministri, politici e vip, ma un evento di popolo che vuole dire una parola sull’Italia e sul mondo -. Forse ora ci si rende conto che i problemi della politica nascono da una carenza della società civile. In quest’ottica, il Meeting si pone come un luogo di dialogo serio” cui tutti possono partecipare, credenti e non credenti, ragazzi e adulti, in un mix che rende unico l’evento messo in campo ogni anno dal movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.