Migrazioni, dalle belle mostre alle foto “necessarie”. Gli scatti di Francesco Malavolta al seminario Fisc di Mazara del Vallo

Dalle “belle mostre” alle foto necessarie. È il passaggio culturale al quale cerca di contribuire con il suo lavoro Francesco Malavolta, protagonista giovedì pomeriggio del seminario Fisc a Mazara del Vallo “Uomo a mare. Autori di nuovi pezzi sul Mediterraneo”. Malavolta ha raccontato con i suoi scatti le frontiere europee per varie agenzie fotografiche nazionali ed internazionali (Associated Press, Comunità Europea, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex, con la collaborazione di organizzazioni umanitarie quali l’Unhcr e l’Oim).

Un numero di telefono nella maglietta di un migrante: quello dei suoi cari, il numero da chiamare in caso la traversata non riesca e il Mediterraneo lo inghiottisca. Un giubbotto di salvataggio improvvisato, “tessuto” dalle mani di una mamma che per dare un minimo di protezione al viaggio della speranza della figlia le ha legato addosso pezzi di contenitori di polistirolo per il pesce. O ancora l’abbraccio e le lacrime di un padre che, scappando dalla Siria, arriva a un campo greco: un inferno in sé ma la salvezza sognata e condivisa con la figlia. Questo raccontano le foto di Malavolta, e lui le ha raccontate ai partecipanti del convegno Fisc di Mazara del Vallo.

“Come si fa a non sentirsi toccati da una foto così?”, si chiede Malavolta. “Di immigrazione si parla tanto e male. Solamente nel tempo dello sbarco: non si sa nulla del primo e del dopo”. Occorre invece una “narrazione dei volti, dei luoghi (concretezza), dell’unità e della memoria. Come quella mamma che abbiamo visto nella foto di Francesco – spiega don Vito Impellizzeri, che moderava il dibattito -, capace di trasformare il polistirolo in giubbotto di salvataggio”

Per vedere altri scatti di Malavolta: www.francescomalavolta.com